by Sergio Segio | 26 Febbraio 2013 13:41
MILANO. Doveva essere l’Ohio d’Italia, la regione decisiva per l’esito del voto nazionale. E invece la Lombardia ha scelto ancora una volta il centrodestra. Al Senato la coalizione di Lega e Pdl ha staccato il centrosinistra di circa 8 punti – 38% contro 29,6%. Forse sono troppi per sognare che oggi Umberto Ambrosoli possa conquistare il Pirellone e sconfiggere Roberto Maroni.
Il pomeriggio era partito bene con gli istant pool – gli unici dati al momento ancora disponibili per quanto riguarda il voto regionale – che davano Ambrosoli e Maroni appaiati entrambi tra il 42% e il 44%, con Gabriele Albertini tra il 6% e l’8%. Intanto sul piano nazionale il centrosinistra era dato per vincente con ampio margine e la battaglia lombarda sembrava ancora dirimente per capire se la colaizione di Bersani avrebbe potuto ottenere la maggioranza al Senato, con o senza Monti. Poi tutto è cambiato. Il centrodestra minuto dopo minuto ha riassorbito lo svantaggio al Senato e la Lombardia è diventata una delle tante regioni che regala il maggior numero di seggi di palazzo di Madama in paglio a Lega e Berlusconi. Ma la Lombardia non è una regione qualsiasi perché assegna ben 27 senatori al centrodestra contro gli 11 del centrosinistra, lo stesso numero di seggi assegnati alla sola Lega, e molto al di sotto al di sotto dei 16 conquistati dal solo Pdl. In particolare il Pd è il primo partito con il 27%, ma è una magra consolazione perché il Pdl è al 20,9% e la Lega è al 14%. Monti, nella sua regione, si ferma poco sopra il 10%, mentre il Movimento 5 Stelle raggiunge un lusinghiero 17%, che però è modesto rispetto all’exploit nazionale e a quello raggiunto in altre regioni. La sinistra invece evapora: Sel raccoglie un misero 2% e rivoluzione Civile l’1%. Alla camera il dato non è migliore, a spoglio ancora in corso tra centrodestre e centrosinistra ieri sera c’era un differenza di circa 100.000 mila voti. Significa che anche se tutti gli elettori che alle politiche hanno votato per Ingroia, invece alle regionali – dove Rivoluzione civile non corre – avessero votato per Ambrosoli, la distanza da colmare per il centrosinistra sarebbe ancora altissima. Non resta che sperare nel voto disgiunto dei centristi che hanno votato Monti al nazionale ma non Albertini alla regione. E magari anche dei grillini che non se la sono sentita di non dare il loro voto a Ambrosoli. Ma soprattutto sperare che la partita del Pirellone, dopo gli scandali della Lega e di Formigoni, sia tutta diversa e riservi una sorpresa che a questo punto, però, appare piuttosto improbabile. Anche perché il voto disgiunto potrebbe avvantaggiare anche Maroni che potrebbe raccogliere i voti di tutti quei leghisti che invece non hanno digerito l’ennesima alleanza con il Pdl.
Eppure al quartier generale del Pd ieri sera ci credevano ancora e facevano notare che in numeri assoluti il vantaggio del centrodestra rispetto alle regionali del 2010 è molto sceso. Ma da allora è passato un secolo, Formigoni nel 2010 vinse con oltre il 60%, non c’era stato nessuno scandalo e neppure la vittoria di Giuliano Pisapia. Milano è rimasta l’unica città dove le sinistre sono davanti con il 36% contro il 30% delle destre. Ma in tutte la altre provincie, tranne Mantova, la vittoria di Berlusconi e della Lega è stata molto netta.
I leghisti, che hanno poco di cui essere soddisfatti soprattutto per le percentuali in picchiata in Veneto e Piemonte, puntano tutto sulla vittoria di Maroni al Pirellone. «Sono lombardo, mi tocco le biglie e ci credo», ha dichiarato con il solito stile il segretario lombardo del Carroccio Matteo Salvini. Abbacchiato Gabriele Albertini, invece, sembra già aver gettato la spugna e pensa alle conseguenze del voto sul piano nazionale. «Gli italiani si sono invaghiti di due pifferai magici – ha detto riferendosi a Berlusconi e a Grillo – che hanno parlato all’ignoranza e all’onnipotenza dei desideri». Poi ha aggiunto: «Non si torni a votare, meglio formare un governo di coalizione e tagliare le ali estreme». E sulla regione: «Continuo a credere che è favorito Ambrosoli, ci sarà un ribaltone per la presidenza della Regione». Ooggi in Lombardia è già un altro giorno. E si vedrà . Nicola Zingaretti si avvierebbe a diventare il nuovo presidente della Regione. E stando agli instant poll diffusi dalla Rai, con un risultato clamoroso: una forbice tra il 52 e il 54%. Travolto dunque Francesco Storace, l’avversario del centrodestra, che pur limitando i danni grazie al sostegno di Frosinone e Latina, si troverebbe però a oltre 20 punti, inchiodato sul 28-30%. Ma il leader de La Destra non si arrende e promette via twitter «sorpresina in arrivo» Strada in salita per il candidato del centrosinistra Umberto Ambrosoli. I dati degli instant poll (lo spoglio inizia oggi) mostrano un testa a testa con Roberto Maroni, candidato del centrodestra: 42% contro il 44%. Seguono Silvana Carcano del Movimento 5 Stelle e Gabriele Albertini, del Movimento Lombardia Civica, con un consenso tra il 6 e l’8%, mentre Carlo Maria Pinardi del movimento Fare per fermare il declino, è dato tra lo zero e l’1%.
MOLISE Il centrosinistra sembrerebbe avviato a conquistare il Molise, dove si tornava a votare dopo che il Tar ha annullato le elezioni del 2011. Secondo gli instant poll Rai, Paolo Di Laura Frattura, ex diccì, per la seconda volta candidato del centrosinistra, si attesta tra il 47 il 49%. Angelo Michele Iorio, ex-diccì anche lui, ras della regione del centrodestra, è tra il 26 e il 28%, Antonio Federico del Movimento 5 stelle starebbe tra il 15 e il 17%.
ARCORE Nella cittadina brianzola in cui risiede il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, al Senato vince la coalizione di centrodestra con 3.491 voti, pari al 35,26%, mentre il primo partito è il Pd con il 30,72% (3.041 voti). Con 3.328 voti, la coalizione di centrosinistra si ferma al 33,62%. Il Movimento 5 Stelle raccoglie 1.651 voti, pari al 16,68% dei consensi, mentre la formazione Con Monti per l’Italia si attesta al 9,94% (984 voti), Casapound 4 voti.
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