La7, slitta la decisione sulla vendita Rischio declassamento per Telecom

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MILANO — Sette ore di cda non sono bastate a Telecom Italia per decidere sul futuro de La7. «L’argomento non è stato neanche trattato per motivi di tempo, non abbiamo finito l’agenda», ha dichiarato il consigliere Telecom, Tarak Ben Ammar, uscendo dalla riunione fiume di oltre sette ore. «Su questo punto e su altri due dobbiamo riaggiornarci a un nuovo cda», ha spiegato l’imprenditore franco-tunisino. Evidentemente vi erano altri temi più urgenti sul tappeto e a quanto è stato possibile ricostruire uno di questi riguarderebbe un negoziato in corso con le società  di rating per evitare un eventuale declassamento del merito di credito. L’indebitamento di Telecom Italia è sceso fino a poco oltre 28 miliardi sotto la gestione di Franco Bernabè e doveva calare ulteriormente se fosse andata in porto nei termini previsti otto mesi fa anche la cessione di Ti Media, la holding che controlla i canali tv (La7 e Mtv) e le infrastrutture per la trasmissione in digitale terrestre. Questo non sta succedendo e anzi il debito di Ti Media a fine 2012 è salito a 260 milioni, 140 in più dell’anno precedente. A ciò si aggiunge il fatto che le perdite del gruppo dei media supereranno i 100 milioni nell’ultimo esercizio e in mancanza di una cessione renderanno inevitabile un aumento di capitale. Questa situazione ha aggravato la situazione finanziaria della casa madre Telecom che nel 2013 rischia di vedere un margine operativo lordo in diminuzione se non verranno effettuati nuovi tagli dei costi per compensarla.
La strada più facile per mantenere invariato il rating sarebbe quella di azzerare la distribuzione del dividendo sull’esercizio 2012 (era stato di 900 milioni nel 2011) ma questa scelta andrebbe a impattare sulla scatola a monte, la Telco, che deve pagare interessi su un miliardo di debiti con le banche e su 1,75 miliardi di prestiti da soci. Una situazione molto delicata che potrebbe aggravarsi con una nuova svalutazione della quota Telecom in portafoglio (pari al 22,4%), oggi disallineata rispetto alle quotazioni di Borsa. Inoltre, il cda Telecom di ieri non ha avuto il tempo di esaminare il tema della svalutazione degli avviamenti presenti in bilancio, pari a 34 miliardi, che andrebbe a impattare sulla consistenza delle riserve, pari a 9,8 miliardi, e anche sulla distribuzione dei dividendi futuri.
Il consiglio della società  telefonica dovrebbe tornare a riunirsi la settimana prossima, martedì o mercoledì, e procedere con la discussione delle partite ancora aperte. Sullo slittamento di una decisione per Ti Media, poi, potrebbe incidere non solo la poca consistenza delle offerte pervenute, ma anche un interessamento dell’ultima ora da parte dell’imprenditore Diego Della Valle. Con una telefonata a Bernabè degli ultimi giorni il fondatore della Tod’s avrebbe avanzato l’idea di formare una cordata composta da una decina di imprenditori di successo in grado di offrire un assetto azionario stabile a La7, anche per non farla cadere in mano a Urbano Cairo o Claudio Sposito, considerati a torto o a ragione vicini a Silvio Berlusconi. Ma per costruire un’alternativa di questo tipo serve un po’ di tempo e i soci di Telecom sembrano ormai stufi di sopportare perdite e subire pressioni politiche per la partecipata nella televisione.


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