La cannabis in farmacia

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In base al decreto del 18 aprile 2007, nella medesima tabella era già  stato aggiunto il Delta-9 tetraidrocannabinolo e il Dronabinolo, aprendo così la strada ai farmaci di origine sintetica. Con questo nuovo decreto, si ammettono anche medicinali a base naturale. C’è da augurarsi che i preparati di cannabis siano d’ora in poi prescrivibili in tutta Italia secondo le indicazioni approvate dall’autorità  competente, senza più passare per le attuali procedure vessatorie e dilatorie di autorizzazione caso per caso. È una svolta rispetto alla linea imposta dalla legge Fini-Giovanardi del 2006: la negazione di qualsiasi valore terapeutico della cannabis è stata parte integrante della campagna di demonizzazione di questa sostanza, equiparata alle «droghe pesanti». Invece, l’attuale inserimento in Tabella II, sez.B, riconosce la minore pericolosità  e rischio d’abuso della cannabis rispetto a sostanze più dure (nella Tabella II B già  si trovano per gli usi medici molti ansiolitici e sonniferi assimilati in Tab. I, per esempio alla morfina, che invece è collocata in IIA).
Smentiti sono anche coloro – politici, bacchettoni e scienziati – che da sempre sostengono l’inesistenza di prove sufficienti di una azione terapeutica della cannabis; e questo malgrado la fitta grandinata di lavori su ottime riviste che da anni vanno mostrando gli effetti benefici dei prodotti – in più d’una patologia neurologica (soprattutto la sclerosi multipla); in pazienti oncologici con gravi sofferenze provocate dalle terapie radio e chemioterapiche; nel glaucoma; addirittura, forse, come prevenzione del diabete degli adulti. Ricordiamo infine che uno dei tre disegni di legge di iniziativa popolare – quello sulle droghe – depositati in Cassazione pochi giorni fa da un folto gruppo di associazioni e organizzazioni, prevede all’art. 9 l’uso terapeutico della cannabis e le procedure per rendere la sostanza concretamente disponibile ai malati.
 Impossibile in breve spazio elencare le condizioni e i passaggi necessari perché i derivati della cannabis arrivino alle farmacie (vedi www.fuoriluogo.it): cioè la presentazione da parte delle ditte delle richieste e dei relativi dossier medico-scientifici; il loro esame a fini di registrazione, poi di assegnazione alla fascia A (quella a carico dei Servizi sanitari regionali). Sono tutte condizioni il cui rapido superamento dipende dai rapporti di forza: tra politici favorevoli, associazioni dei cittadini, almeno parte delle società  mediche e scientifiche, da un lato; dall’altro i soliti noti che a non mancheranno di remare contro.


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