Infortuni sul lavoro, Inail conferma anche nel 2012 la tendenza al ribasso
ROMA – La tendenza alla diminuzione del numero degli infortuni sul lavoro e delle morti sul lavoro, registrato negli ultimi anni, viene confermato anche nel 2012: c’è un calo di quasi il 9 per cento delle denunce di infortunio e una flessione di almeno il 3 per cento per quanto riguarda le morti sul lavoro. Ad anticipare i dati statistici, che saranno resi noti il prossimo 30 aprile, è il direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello, intervenuto oggi a “L’Economia Prima di Tutto”, rubrica informativa di Rai Radio Uno.
Lucibello ha affermato che, per quanto riguarda gli incidenti, al 31 dicembre 2012 l’Inail ha registrato 654 mila denunce di infortuni: il 9 per cento in meno rispetto alle 726 mila denunce del 2011. Anche i casi di morti bianche sono in calo: nel 2012 – ha detto il direttore generale Inail – “abbiamo registrato 820 casi mortali”, contro gli 893 morti registrati nel 2011. In questo caso, però, il dato è solo parziale, dal momento che ai fini statistici occorre aspettare fino a 180 giorni dalla fine dell’anno per valutare le eventuali conseguenze mortali. “In ogni caso – ha spiegato Lucibello – noi stimiamo che anche per quei casi che dovessero registrarsi nei 180 giorni successivi al 31 dicembre 2012 non supereremmo comunque la cifra di 870 casi mortali riferiti al 2012, con una flessione dunque di almeno il 3% rispetto agli 893 del 2011”.
A pesare positivamente sul calo degli infortuni e delle morti sul lavoro non è solo “l’innalzamento delle soglie di sicurezza”, ma anche il calo di produzione e il rallentamento delle attività produttive dovuto alla crisi economica che si è fatta sentire di più nel 2012 rispetto all’anno precedente: l’impatto della crisi si può quantificare, secondo Lucibello, in una quota pari al 50 per cento di questa riduzione degli infortuni. Quali i settori nei quali occorre intervenire maggiormente: “L’agricoltura – risponde il direttore generale Inail – ma anche in alcuni settori dell’industria e nel campo dei servizi va innestato un livello di attenzione maggiore”.
Sui dati anticipati dall’Inail è subito arrivato il commento del segretario generale della Filca- Cisl, Domenico Pesenti, per il quale il ribasso del 3 per cento delle morti sul lavoro sarebbe una stima azzardata per eccessivo ottimismo: “Questo calo – spiega – è molto più basso del calo di produzione provocato dalla crisi, soprattutto nelle costruzioni: quello che sta avvenendo in edilizia è un travaso di infortuni mortali dal lavoro regolare verso il lavoro nero”. Secondo Pesenti insomma il problema è che il quadro sarebbe parziale perché non si tiene conto degli incidenti avvenuti ai lavoratori in nero: “Gli infortuni, spesso mortali, che avvengono in edilizia – dice – costituiscono uno spaccato che sfugge a qualsiasi stima ma che rappresenta una percentuale molto alta: è per questo che chiediamo di non ridurre il livello di guardia e controlli più frequenti e approfonditi da parte degli organi preposti”. Secondo Pesenti “sulla sicurezza in edilizia, soprattutto per quanto riguarda la formazione prima dell’ingresso nei cantieri, sono stati fatti passi in avanti molto importanti grazie, ad esempio, all’introduzione dell’obbligo formativo di 16 ore, previsto dal contratto nazionale del 2008 ed avviato già dal 2009. La sicurezza dei lavoratori –conclude – costituisce non solo un elemento di fondamentale importanza per la dignità del lavoratore, ma rappresenta un vantaggio per l’intera società ”.
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