Il rimborso dell’imposta sarebbe un vantaggio solo per i più ricchi
ROMA — L’operazione di restituzione dell’Imu sulla prima casa 2012 vagheggiata da Silvio Berlusconi premierebbe ancora una volta i redditi più alti. Nonostante la polvere della campagna elettorale del Pdl, a guardare bene nelle proposte elettorali in materia fiscale, si scorge che l’effetto è sempre lo stesso: i vantaggi vanno ai più ricchi. A cominciare dal rilancio delle famose due aliquote Irpef (sopra i 40 mila si pagherebbe solo il 33 per cento) per finire con l’Imu.
L’eventuale restituzione dell’imposta municipale sugli immobili a partire da quest’anno, come avrebbe previsto il Cavaliere, si risolverebbe nel consegnare il 44,65 per cento del gettito, pari a circa 1,7 miliardi, al 20 per cento dei contribuenti più benestanti. Invece il 20 per cento dei contribuenti più poveri (che ha versato poco più del 5 per cento dell’imposta), con case con rendite catastali più basse e collocate in quartieri più modesti, incasserebbe dal primo consiglio dei ministri del nuovo governo, solo 203 milioni.
Il calcoli, anticipati da «Repubblica » la scorsa settimana, sono stati realizzati dal deputato del Pd Antonio Misiani e si basano su un rapporto dell’Agenzia del territorio che analizza gli effetti distributivi dei versamenti dell’Imu.
La maggior parte del gettito complessivo dell’Imu prima casa che, in base agli ultimi dati resi noti ieri del Tesoro, sta aumentando per salire intorno ai 4 miliardi contro i 3,7 previsti fino ad oggi da molti centri studi, tornerebbe così nelle tasche dei più abbienti. In questo modo non si metterebbe in moto nessuna operazione redistributiva del reddito che pure è ritenuta utile da molti per rilanciare i consumi data la maggiore propensione a spendere dei redditi più bassi quando incamerano nuove risorse.
Senza contare che l’operazione- restituzione si sommerebbe a quella dell’abolizione della tassa municipale sulla prima casa. In questo modo il beneficio diventerebbe doppio: per il 20 per cento dei contribuenti Imu a più alto reddito e con case più costose, tra restituzione di quanto versato nel 2012 e abolizione dell’imposta per l’anno in corso, arriverebbe un «regalo» di 3,5 miliardi. Dall’altra parte della piramide rovesciata invece il beneficio sarebbe minimo per il 20 per cento dei contribuenti più poveri
che pagherebbero solo 406 milioni in meno. Una cifra 8,8 volte inferiore allo sgravio garantito ai più ricchi.
Il problema dell’Imu tuttavia resta, o almeno così lo percepiscono i maggiori partiti che lo hanno posto al centro delle proprie proposte per la campagna elettorale. Ieri lo stesso Monti, intervistato a Unomattina,
ha ribadito l’intenzione di ridurre l’Imu nel 2013 con un effetto sul gettito di 2,5 miliardi: il meccanismo proposto da “Scelta civica” poggerebbe sul raddoppio della detrazione di base che passerebbe da 200 a 400 euro e sul raddoppio della detrazione per i figli (da 50 a 100 euro). Monti ha anche definito la proposta di restituzione dell’Imu di Berlusconi come collocata nel «regno dell’impossibile ».
Sul campo anche la proposta di Bersani e del Pd che punta ad un taglio netto dell’Imu per le case dei redditi medi e bassi. Il programma del Pd prevede una esenzione fino a 400-500 euro: il costo sarebbe di circa 2,6 miliardi e sarebbe coperto con un aumento delle aliquote sulle case di lusso (sopra 1,5 milioni di euro).
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