Il Pil crolla in Europa, mai così dal 2009 frena anche la locomotiva tedesca

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BRUXELLES — Economia in profondo rosso. Crolla il Pil in Europa, mai così dal 2009. In frenata anche la locomotiva tedesca. Per la Bce la ripresa è rinviata al 2014. Per l’Italia la recessione è infinita: da diciotto mesi Pil sempre in negativo.
 L’eurozona è in piena recessione e sta andando peggio del previsto. Lo confermano i dati del quarto trimestre 2012 forniti ieri da Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione Ue. Nel periodo da ottobre a dicembre il prodotto interno lordo della zona euro è sceso dello 0,6% rispetto al trimestre precedente. Se si confronta con lo stesso periodo del 2012, il calo è stato dello 0,9% nell’arco di un anno. « I dati sul Pil sono sotto le aspettative dei mercati. L’attività ’ economica resta debole e tornerà  positiva gradualmente solo nella seconda meta’ del 2013», ha ammesso il portavoce del commissario agli affari economici, Olli Rehn. I principali istituti di previsione scommettevano su una flessione dello 0,4% nel quarto trimestre. Ma evidentemente le cose sono andate peggio del previsto.
A trascinare la corsa al ribasso questa volta, oltre all’Italia, è la Germania, che finora era sembrata risparmiata dalla crisi. Berlino ha chiuso il trimestre con un calo dello 0,6%, superiore perfino alla contrazione della Francia, che è dello 0,3%. Su base annua, la Germania può ancora contare su una debolissima crescita dello 0,7%, mentre la Francia è “piatta” su un valore zero. Ma a preoccupare è il fatto che il cattivo dato tedesco sembra provocato proprio dal calo delle esportazioni, che finora erano state il motore della crescita economica.
Per tutto il 2012 l’eurozona registra una recessione pari allo 0,5% del Pil. Praticamente nessun Paese, tranne la Slovacchia e l’Estonia, può vantare risultati positivi. Ma l’Italia è tra quelli che presentano i dati peggiori, ed è di gran lunga la più colpita tra le grandi economie europee. Con una flessione dello 0,9% rispetto al terzo trimestre, siamo in fondo alla classifica, preceduti solo dalla Grecia (—6,0), dal Portogallo (—1,8) e da Cipro (—1) . La Spagna segna una perdita dello 0,7%, ma comincia a sentire gli effetti benefici del recupero di competitività  dovuto alle dure riforme del mercato del lavoro varate dal governo.
Questo quadro cupo non è certo stato rischiarato dalla Bce che ieri ha pubblicato i risultati del sondaggio periodico tra i maggiori istituti di previsioni economiche. I dati rivedono al ribasso le stime sia per il 2013 sia per il 2014, e sono giustificati proprio dal cattivo andamento del quarto trimestre 2012. Per l’anno in corso, i maghi dell’economia prevedono un’eurozona a crescita zero, nonostante i primi segnali di ripresa che dovrebbero manifestarsi in estate: è un ribasso rispetto alle previsioni precedenti che segnalavano una sia pur debolissima ripresa allo 0,3%. Nel 2014 la crescita dovrebbe attestarsi all’1,1% rispetto all’1,3 previsto
precedentemente.


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