Il «bilancio allegro» degli euroburocrati
BRUXELLES — Salteranno anche quelli? Nero su bianco, due milioni e seicentomila euro destinati in un anno a «coprire le spese per bevande, bibite e pasti leggeri, serviti nel corso di riunioni interne dell’istituzione», vale a dire del Parlamento europeo. E i 305 mila euro stanziati dallo stesso Parlamento per «incoraggiare le relazioni sociali tra i membri del personale»? O i 29 milioni 996 mila euro che devono coprire «l’organizzazione di gruppi di visitatori» e anche gli «inviti a moltiplicatori di opinione dei Paesi terzi?», (forse vuol dire «leader»?).
L’accordo sul bilancio settennale 2014-2020 dell’Unione Europea, raggiunto l’altro ieri, entrerà in vigore dal prossimo gennaio, se e quando avrà il via libera dall’Europarlamento. La promessa giunta dal vertice Ue è quella di tagliar duro anche nel bosco delle spese amministrative: almeno sulla carta, la «spending review» parte da casa. E i «boscaioli» dovrebbero essere già in marcia, fra i bilanci ufficiali e pubblici dei palazzi Ue. A cominciare dal testo più recente e tormentato, il «pacchetto» di Bilancio generale del 2013 formalmente adottato a dicembre.
Lì si constata ad esempio che il Parlamento può proporre di stanziare in un anno per le uniformi dei propri autisti e uscieri 661.500 euro, per la cancelleria e «materiali di consumo diversi» 2.339.500 euro, per i francobolli 357.000, per il proprio parco «di auto e biciclette» 6.068.000 euro; e per le «mense e ristoranti» 3.960.000 euro, con un balzo dai 2.600.000 del 2012. O ancora 1.361.350 euro — sempre di fondi pubblici— che comprendono spese «di ricevimenti e di rappresentanza… ivi compreso l’acquisto di articoli e di medaglie per i funzionari che hanno maturato 15 o 25 anni di servizio».
Agli o alle «assistenti parlamentari» vengono dedicati 187.345.000 euro. All’«acquisizione di consulenza» (di «esperti qualificati e istituti di ricerca», loro spese di viaggio comprese) 11.530.000 euro. Il «finanziamento dei partiti politici europei» vale 21.794.200 euro, e quello delle fondazioni 12.400.000. E ci sono le «spese per missioni e spostamenti del personale tra i tre luoghi di lavoro», cioè Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo: 28.616.000 euro. È storia vecchia: una volta al mese, il Parlamento si trasferisce a Strasburgo, con un costo totale per i contribuenti stimato in 200 milioni all’anno. Il bilancio dimostra anche come tutte le istituzioni europee curino il benessere dei bambini: cioè dei figli dei propri dipendenti.
Il Parlamento considera appropriati 6.683.000 euro «per l’insieme delle spese relative al centro per l’infanzia e agli asili nido esterni con i quali è stata conclusa una convenzione»; il Consiglio dell’Unione Europea (l’organismo che riunisce i ministri dei vari governi) punta su 2.014.000, e la Corte dei conti — il guardiano degli sprechi contabili — concorda su 1.654.000 euro come «stanziamento destinato a coprire la quota della Corte per il centro polivalente per l’infanzia e il centro studi a Lussemburgo». E al pari dei bambini, nei palazzi Ue non si dimenticano neppure gli anziani, i pensionati: 200.000 euro sono destinati dal Parlamento alle «spese per riunioni e altre attività di ex deputati».
Tutte le istituzioni annoverano poi, fra gli stanziamenti per stipendi, indennità e assicurazioni varie, «l’indennità di licenziamento di funzionari in prova, licenziati a causa di manifesta inattitudine». Il Parlamento concentra notevoli risorse sulla «sicurezza e sorveglianza degli immobili», fondi per 36.043.268 euro. E forse non basta: già tre volte, dal 2009 al 2011, nello stesso Parlamento è stata rapinata prima la banca interna e poi una dipendente. Il budget 2013 per «manutenzione, riparazione e pulizia immobili» ammonta invece a 57.264.000 euro: nel 2008 c’è stato il crollo parziale del tetto nella sede di Strasburgo, e nello scorso settembre è stato chiuso l’emiciclo nella sede di Bruxelles per sospette crepe.
Fra i 305.000 euro destinati dal Parlamento alle «relazioni sociali» fra il personale, sono comprese «sovvenzioni ai club e circoli sportivi e culturali». Ma chi si allena, può sempre farsi male: così, ecco uno stanziamento destinato a «premi assicurativi per infortuni sportivi per gli utenti del centro sportivo del Parlamento europeo a Bruxelles e Strasburgo».
Luigi Offeddu
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