Il braccio destro di Formigoni e l’incontro «molto riservato» con il presidente di Cl
MILANO – Un incontro «molto riservato» tra il presidente di Comunione e Liberazione, don Julià n Carròn, e il braccio destro di Formigoni e più alto burocrate in Regione Lombardia, Nicola Sanese, segretario generale della Presidenza: il 2 giugno 2012 l’inchiesta ne coglie i preparativi sui telefoni del direttore generale della Sanità , Carlo Lucchina (che all’ultimo non ci va «adducendo che una vecchia zia si è fatta male»), secondo quanto si ricava dalla richiesta di proroga l’11 giugno 2012 delle intercettazioni a carico di Lucchina, «invitato su indicazione di Sanese da Marco Carabelli». Chi è? Il vicario di Sanese, cioè del segretario generale della Presidenza della Lombardia al quale i pm ora contestano l’ipotesi di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione insieme a Formigoni-Daccò-Simone-Lucchina. Ex parlamentare dc e sottosegretario all’industria, Sanese con la prima elezione nel 1995 di Formigoni alla guida della Regione ne diventa il capo di gabinetto e coordinatore della Presidenza, anche per spinte che ricorderà nella deposizione ai pm del 21 novembre scorso: «Formigoni insistette molto perché io assumessi l’incarico, aveva soprattutto l’esigenza di avere al suo fianco qualcuno esperto nella materia amministrativo-istituzionale. Naturalmente ci furono anche insistenze di altri amici o persone legate al Movimento Popolare ed a Comunione e Liberazione, anche don Luigi Giussani mi chiese in un incontro di accettare l’incarico in Regione». Sempre nell’interrogatorio del 21 novembre 2012, quando cioè Formigoni avrà già ricevuto l’invito a comparire, Sanese, oltre a definire «non consone al suo ruolo pubblico» le vacanze di Formigoni pagate da Daccò, incrinerà uno dei baluardi difensivi del governatore, e cioè la tesi per cui Formigoni avrebbe ignorato che il munifico amico di vacanze rappresentasse nella Regione da lui presieduta gli interessi economici di ospedali privati dai quali riceveva fior di compensi: «Daccò è l’unico che io abbia mai conosciuto come lobbista in Regione, prima del Fatebenefratelli e dal 2002/2003 del San Raffaele e della Maugeri». Lobbista accreditato da chi? «Sicuramente Formigoni lo accreditava come interlocutore presso Lucchina, al quale ha chiesto più volte di riceverlo».
Altri alti dirigenti della Regione, come l’ex direttore generale vicario della sanità Maurizio Amigoni, indicano però un ruolo di Sanese più compromesso nel concorrere a predisporre delibere su misura degli interessi degli ospedali privati: «So in ragione del mio ruolo – ha detto Amigoni ai pm – che le esigenze economiche e finanziarie della Maugeri, del San Raffaele, del Fatebenefratelli e anche di altri venivano portate all’attenzione del segretario generale Sanese e che, quando vi era un riscontro positivo da parte di Sanese e quindi c’era la volontà di accogliere le istanze, il direttore generale della Sanità dava all’ufficio le indicazioni affinché venisse trovata una veste tecnica per soddisfare tali richieste: veniva cioè domandato di predisporre le delibere in modo tale da assecondare le esigenze, per questo parlo di soluzioni tecniche su misura».
Che periodo era quello dell’incontro Sanese-Carròn? Un mese prima, dopo aspre polemiche sul rapporto di molti degli indagati con Cl, proprio Carròn aveva scritto una lettera a «Repubblica» nella quale, rifiutando l’accostamento del movimento ecclesiale alle malversazioni, si diceva però «invaso da un dolore indicibile nel vedere cosa abbiamo fatto della grazia che abbiamo ricevuto», e constatava che, «se il movimento di Cl è continuamente identificato con l’attrattiva del potere e dei soldi, qualche pretesto dobbiamo averlo dato». Richiamo che Formigoni aveva accolto definendo «le parole di Carron un aiuto per purificarci e ripartire».
Ma l’incontro programmato c’è poi stato? Nelle carte non c’è risposta. Così ieri il «Corriere» ha interpellato Carròn, chiedendogli se vi sia stato l’incontro e, se sì, su richiesta di chi, con quali partecipanti e argomenti. Il presidente di Cl, tramite il portavoce, ha risposto di «non intendere fare alcuna dichiarazione in proposito».
Negli atti c’è un altro riferimento a Carron, ma indiretto e risalente all’agosto 2011. Mario Cal, il vice di don Verzè, si è ucciso da un mese, l’inchiesta sul San Raffaele è agli inizi, i giornali cominciano a mettere a fuoco figure di rilievo nella macchina regionale. Così a Ferragosto le intercettazioni segnalano che il segretario particolare di Formigoni, Mauro Villa, spiega agli interlocutori che, «mentre il governatore è in vacanza in Sardegna», lui «sta facendo una vita ritirata come consigliato da Carron»: e «per le ferie è rimasto a casa sua» in provincia di Milano «in quanto Carron, a seguito degli articoli sul Corriere, gli ha consigliato di non farsi vedere in giro insieme al presidente Formigoni».
Luigi Ferrarella
Giuseppe Guastella
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