I volti tesi nelle auto blu in Vaticano

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ROMA — Porta Sant’Anna, il varco tra l’universo esterno e la città  papale, mezz’ora dopo l’annuncio di Benedetto XVI. Lo sgomento della Chiesa di Roma assume forme diverse. La preghiera di tanti. Ma anche la sequela impressionante di auto blu targate Scv, Stato Città  del Vaticano, che sfrecciano da via di Porta Angelica verso Porta Sant’Anna a tutta velocità , appena un rapido segnale con i fari e la guardia svizzera si fa da parte quasi con un balzo. All’interno, prelati attaccati al telefonino, severi funzionari in cravatta scura come i loro volti impenetrabili. Di solito, qui a Sant’Anna, il rito prevede una breve sosta, un saluto, un ingresso a velocità  ridottissima. Oggi tutto ha il sapore di allarme e di emergenza. Di vertici convocati all’improvviso.
Il contrasto con piazza San Pietro è netto, un’ora dopo l’annuncio appaiono più troupe televisive e giornalisti che fedeli. Solo alle 16 il tradizionale rosario recitato ogni pomeriggio sulla sinistra della scalinata di San Pietro, e trasmesso in diretta sul web, viene dedicato «alle intenzioni espresse dal Sommo Pontefice». Nella grande Basilica cuore della cattolicità , tutto è normalissimo. Forse qualche fedele in più in ginocchio davanti al sepolcro del Beato Giovanni Paolo II. Ma niente di più. Poi provvede l’acquazzone a scoraggiare possibili veglie di preghiera in piazza.
Pregano però in tanti, soprattutto ai vertici della Chiesa italiana. Il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, parla ai fedeli riuniti nella chiesa di Santa Maria di Lourdes in via Fratelli Induno. La commozione è sincera, trasparente: «La decisione mi ha sorpreso completamente. Tutti voi, come noi, come me, abbiamo bisogno di assimilare questo momento. Sarà , come il Papa ha detto, per il bene della Chiesa. Accogliamo questa decisione con fede e serenità . Siamo nelle mani di Dio e Dio conduce la Chiesa con serenità  e sicurezza».
Anche il segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone, parla di una «decisione inattesa, sconvolgente, emozionante e commovente», annunciata «davanti ai cardinali presenti smarriti ed emozionati». E descrive lo stato d’anima del papa «molto sereno». L’amarezza del cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Cei, è dichiarata: «Una decisione che ci lascia con l’animo carico di dolore e di rincrescimento. Ancora una volta Benedetto XVI ha offerto esempio di profonda libertà  interiore». Lo stupore dei Pastori è parallelo a quello della Chiesa di base, a contatto con i fedeli giorno per giorno. I frati di Assisi, «attoniti e sorpresi», appena saputa la notizia si sono raccolti sulla tomba di San Francesco: «Preghiamo per il Santo Padre e per la Chiesa in questo particolare momento storico», annuncia una nota divulgata da padre Enzo Fortunato. Con i frati, il custode del Sacro Convento, padre Giuseppe Piemontese, e il ministro generale padre Marco Tasca. La Roma papale è anche città  di popolose parrocchie.
Per esempio il Sacro Cuore di Cristo Re in Prati, l’ingresso è accanto alla Rai in viale Mazzini. Dice il parroco, padre Angelo Arrighini: «La decisione di Benedetto XVI è estremamente significativa, basti dire che è la prima dopo secoli. Il Papa aveva già  in qualche modo preannunciato una simile eventualità , ma quando l’annuncio è arrivato ha colto di sorpresa tutti. Una sorpresa direi piacevole, nella prospettiva della fede, proprio per il coraggio con cui è arrivato alla sua decisione». Don Andrea Fulco è invece il viceparroco di Santa Maria Regina Pacis a Ostia Lido: «Benedetto XVI rappresenta la tradizione apostolica e incarna il successore di Pietro. Se ha stabilito di intraprendere questo cammino, significa che dobbiamo accogliere il suo messaggio col dovuto senso del mistero e con tanta preghiera. Un momento non facile ma servirà  alla salvezza di tutta la Chiesa». Una pausa: «L’annuncio è giunto inaspettato. Ma lo Spirito soffia dove vuole, su ogni cosa. Lo Spirito non si può prevedere e a noi non resta che raccoglierci in preghiera».
E la Chiesa lontana delle missioni, come la prenderà ? Risponde padre Venanzio Milani, comboniano, presidente della Misna, l’agenzia giornalistica che offre le notizie provenienti da tutte le missioni cattoliche nel mondo: «Di dimissioni del Papa si era già  parlato ai tempi della malattia di Giovanni Paolo II. Sia lui che Benedetto XVI rappresentano personalità  altamente responsabili e consapevoli dell’ufficio. Cioè grandi persone che possono rendere grandi decisioni come questa, in uno spirito di fede e di fiducia nelle persone umane e del Padreterno».
I fedeli «lontani» comprenderanno? «Io credo di sì, il fatto che il Papa ammetta la debolezza legata alla sua età  avanzata trasforma il suo gesto in un atto di forza e di fiducia proprio nel compito del Papa. La Chiesa è fatta di uomini, quindi di questioni anche umane. Le dimissioni del Pontefice romano testimoniano responsabilità  e coerenza, desteranno dappertutto stupore e ammirazione. Indicheranno anche un nuovo inizio…».


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