Grillo primo partito tra gli under 23 Il Pd è vicino, Pdl fermo al 12-13%

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C’è chi, come il sottoscritto, ha visto, nel corso della sua vita, il dipanarsi della prima e della seconda Repubblica e che voterà  a fine mese per l’ennesima volta, inevitabilmente memore anche di quanto è accaduto nei decenni passati. In questi casi, il giudizio è formulato anche sulla base dell’esperienza e della credibilità  attribuita a questo o a quel leader, a questo o a quel partito.
Ma per i giovanissimi non è sempre così. Una quantità  rilevante di elettori voterà  in questa occasione per la prima volta. Ci sono oggi in Italia quasi 4 milioni di cittadini tra i 18 e i 23 anni, che affrontano per la prima volta delle consultazioni politiche a livello nazionale. Molti di costoro decideranno specialmente sulla base delle valutazioni e delle impressioni maturate in questa specifica campagna elettorale. A questi si possono anche affiancare i quasi 8 milioni di elettori che hanno tra i 24 e i 34 anni, la cui storia elettorale è comunque relativamente breve. Qual è l’orientamento prevalente di costoro e, in generale, quali sono le scelte che caratterizzano i più giovani?
Nel considerare la distribuzione delle intenzioni di voto delle ultime generazioni, colpisce anzitutto il dato relativo alla elevata partecipazione tra i neo elettori. Sino a qualche tempo fa, infatti, tra i giovani si manifestava il fenomeno contrario: erano tantissimi, fino al 50%, coloro che dichiaravano di volersi astenere, motivando spesso questo comportamento con la difficoltà  di comprendere le logiche della politica o una percezione di irrilevanza di quest’ultima. In questa occasione, il quadro pare cambiato: si registra tra chi affronta per la prima volta il voto una rinnovata voglia di esserci e, di conseguenza, di prendere parte alla consultazione. Ciononostante è rimasto, nelle nuove generazioni — specialmente nella più giovane — un atteggiamento di forte scetticismo — se non di disprezzo — nei confronti della politica tradizionale. Si spiega anche così il particolare successo ottenuto dalla lista Movimento 5 Stelle tra chi ha meno di 35 anni e, ancor più, tra chi si colloca sotto i 23. Tra questi ultimi, i 18-23enni, Grillo riesce a conquistare quasi un terzo di elettorato (30,4%), vale a dire il 17% in più che nella popolazione nel suo insieme. In questa categoria di età , il M5S diventa il partito più votato in assoluto, superando, seppur di poco, il Pd. Inoltre, il consenso al M5S appare ancora più elevato tra quei giovani che si trovano in una condizione sociale più difficile perché disoccupati. Ma anche tra i 24-34enni il Movimento del comico genovese ottiene un largo successo, giungendo quasi al 19%, il 5% in più di quanto rilevato tra tutti gli italiani, con una maggiore accentuazione, anche in questo caso, tra chi non ha lavoro. È vero che tra costoro il Pd si conferma come primo partito, al pari di quanto accade per la popolazione nel suo complesso, ma il M5S si colloca nettamente come secondo.
Questo successo del Movimento 5 Stelle è «pagato» da quasi tutti gli altri partiti che ottengono, infatti, tra i giovani un consenso inferiore rispetto alle altre generazioni. La differenza più elevata si riscontra riguardo al Pdl che fa rilevare, tra i 18-23enni, un seguito (pari al 12-13%) di quasi il 7% inferiore alla media nazionale. Ma anche gli altri grandi partiti, come la Lega o il Pd, sembrano (seppure in misura molto inferiore al Pdl) interessare meno le nuove generazioni. Un’eccezione relativa si riscontra solo per alcune delle liste che si collocano su posizioni più estreme (e che un tempo raccoglievano una larga parte del voto giovanile) come Sel da un verso e Fratelli d’Italia dall’altro. Queste formazioni esprimono infatti tra i più giovani un saldo di voti positivo per il 2-3 per cento.
È dunque tra i giovani che affrontano per la prima volta le urne che si riscontra, assai più che in altre categorie, l’atteggiamento di critica generalizzata alla politica (o, talvolta, di antipolitica) che connota il Movimento di Grillo. Se dipendesse solo dai 18-23enni, il comico genovese conquisterebbe alla Camera, secondo l’attuale legge elettorale, la maggioranza assoluta dei seggi. Un forte monito per i partiti tradizionali.


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