Grillo prepara lo sbarco in tv no a Santoro, tratta con Mentana

by Sergio Segio | 6 Febbraio 2013 8:24

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ROMA — Potrebbe essere La7 la televisione scelta da Beppe Grillo per la sua “apparizione” in diretta. L’ha annunciata, per la seconda volta, lunedì, a testimonianza di un cambio di passo che ha messo tra parentesi la consuete invettive anti talk show. Dopo la Rete e le piazze, che non smette di girare, arrivano un libro (quello scritto con Dario Fo e Gianroberto Casaleggio), un evento a teatro che servirà  a presentarlo (con tutti e tre sul palco), e probabilmente un’apparizione televisiva. Ma da chi? A giudicare da quello che dicono alcuni degli attivisti vicini allo staff, il conduttore scelto dal comico potrebbe essere Enrico Mentana. «Non ci sono alternative – racconta un candidato del Movimento – la Rai neanche a parlarne, Santoro è considerato “un falso amico”, Sky, che è l’unica tv di cui Grillo non parla male, è troppo di nicchia». Lo spazio adatto potrebbe essere quello garantito dal direttore del Tg La7, che però conferma solo di aver invitato Grillo come altri, e di essere consapevole che alla fine tutti decideranno secondo il loro interesse. «Ho creato le condizioni – spiega Mentana – siamo sempre stati aperti verso di lui e i suoi candidati, se decidesse di venire da noi certo non ci tireremmo indietro».
Ieri il comico era in Sardegna. Prima di tutto nel Sulcis, a parlare con gli operai Alcoa che da un mese occupano una galleria della Grande Miniera di Serbariu. «Dovete uscire immediatamente da qui, dovete pensare alla famiglia », ha detto. «Non sono qui per fare promesse, ma vi garantisco che se vinciamo mandiamo tutti a casa. Vi hanno rovinati 20 anni di politica marcia». Nei comizi di Carbonia e Cagliari attacca Berlusconi: «Adesso c’è il nano che dice vi ridiamo l’Imu, e poi un set di pentole, due materassi. Credere a lui è come credere a Coccolino». Ma non mancano affondi sul Pd e sul presidente della Repubblica: torna a chiedere un’inchiesta sui vertici dei democratici dal ‘95 a oggi, e su Napolitano dice: «Parlando di privacy sul caso Monte dei Paschi ha detto cosa di una gravità  incredibile. Sono collusi tutti, è chiaro. Tutti i vertici. Guardate quanto ci costa ‘O Giorgione, o guaglione: 242 milioni di euro l’anno».
Alcuni ragazzi lo contestano per le apertura a casa Pound: a Cagliari, sulle gradinate che sovrastano una piazza piena, hanno acceso due torce rosse e hanno esposto uno striscione con la scritta «Grillo apre ai fascisti noi no». «Non contestiamo il politico in quanto tale – spiegano – ma solo le sue parole che sono inaccettabili ». Una contraddizione, quella svelata dal video davanti al Viminale in cui Grillo dice a un ragazzo di Casa Pound: «Non ho nulla in contrario se uno di voi entra nel Movimento», che è solo una delle tante che ha contraddistinto la sua ascesa in politica. E che sono protagoniste del libro di Federico Mello,
Il lato oscuro delle stelle, in uscita per Imprimatur. L’autore parte da Internet, dall’utopia di una democrazia diretta che possa cancellare i partiti, le istituzioni, le nazioni, portando a un mondo dove tutto sia deciso e condiviso in Rete. Per poi spiegare bene che Internet non è certo il paradiso dei buoni e dei giusti, che c’è chi – per professione – la manipola. Così impariamo cosa vuol dire “astrosurfing”, e come funzionano i “fake”, quegli account spesso creati da una sola persona e utilizzati – su Internet – per rafforzare un messaggio o attaccare una persona che fa domande scomode. Fino a entrare dentro la Casaleggio Associati, a capire come lavora «al fianco» di Grillo, a scoprire che il figlio di Gianroberto – Davide – nel libro Tu sei rete spiegava come creare su Internet gruppi auto-organizzati che possono diventare potenti nel veicolare un messaggio. Con una premessa: «Una formica non deve sapere come funziona il formicaio, altrimenti, tutte le formiche ambirebbero a ricoprire i ruoli migliori e meno faticosi, creando un problema di coordinamento». Nell’ultima parte, la cronaca di epurazioni e promesse mancate. Il lato oscuro delle stelle.

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