Grillo prepara lo sbarco a Roma Attacchi al Pd per lo «scouting»

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ROMA — A pochissimi giorni dal voto, Beppe Grillo, le sue piazze gremite, i suoi slogan — quell’antipolitica che pare sfuggita di mano ai suoi ispiratori originari — preoccupano davvero i partiti. Mentre lui, Grillo, continua ad attaccare tutti e lancia il «Sarà  un piacere day», comizio di chiusura organizzato per domani a Roma in piazza San Giovanni: «Da lì faremo sentire la nostra voce fino a Sydney, a Buenos Aires, a Pechino», annuncia sul suo blog. E poi, «Ci vediamo in Parlamento. Sarà  un piacere».
Così, dopo aver sperato in un suo naturale o miracoloso ridimensionamento, l’indifferenza sembra non bastare più e tutte le formazioni «convenzionali» tentano di gestire in qualche modo il fenomeno: rincorrendo, promettendo, insultando, blandendo, o brandendo il Movimento 5 Stelle come appendice vuoi del centrodestra, vuoi del centrosinistra. E, non da ultimo, magari inoculando l’idea che una cosa è Grillo, un’altra i suoi candidati. Pier Luigi Bersani, per esempio, martedì ha dichiarato che se in Parlamento ci saranno grillini, «ci sarà  da fare scouting, capire cosa si intende, se essere eterodiretti da uno che non risponde alle domande, se si intende partecipare a una discussione parlamentare senza vincolo di mandato. Questo non per fare campagna acquisti, ma per discutere».
Parole, queste ultime, che invece a qualcuno sono apparse proprio come una excusatio non petita: «Lo stesso Bersani — sostiene Silvio Berlusconi — ha detto che dovrà  fare scouting con i parlamentari di Grillo. Questo significa andiamo a prendercene qualcuno. Mi pare chiaro che chi vota Grillo vota a sinistra».
Con lui, anche Roberto Maroni denuncia: «Scouting vuol dire compravendita di parlamentari, è una cosa che non si fa. Fare scouting vuole dire comprarsi i parlamentari, prendersi i parlamentari eletti in un partito e portarseli in un altro — afferma il leader della Lega e candidato alla presidenza della Regione Lombardia —. È una pratica immorale, da condannare, e non basta usare un termine inglese per nobilitarla».
E sulla stessa lunghezza d’onda si sintonizza un altro candidato a guidare la Lombardia, il montiano Gabriele Albertini: «Bersani sembra ormai il titolare di una tintoria. Per caso dietro la parola scouting si intende la riapertura delle scuole di rieducazione come le Frattocchie o, più prosaicamente, siamo già  a un prossimo mercato delle vacche — con rispetto per gli animali — made in Pd? I grillini dunque prenderanno il posto delle fantasie sui dipietristi alla Razzi e Scilipoti?».
A difesa di Bersani intervengono invece l’alleato Nichi Vendola e Massimo D’Alema. «Fare scouting non significa comprare — dichiara il leader di Sel — Una cosa è Grillo, una cosa saranno gli eletti. Io ne ho conosciuti alcuni… Ci parleremo». Mentre D’Alema ribadisce il concetto: «Noi vogliamo dialogare con tutti, siamo il Partito democratico. Dialogheremmo anche con Beppe Grillo, ma è lui che non vuole, non risponde alle domande, vuole solo dire delle cose. Speriamo che tra gli eletti del Movimento 5 Stelle ci siano tante persone ragionevoli». Quanto a lui, il leader stellato, rinuncia al treno. Una nota del movimento annuncia che «per rispetto dei pendolari che tutti i giorni prendono il treno da Viterbo a Roma in condizioni di grave disagio a causa del sovraffollamento delle vetture», il previsto viaggio del leader su quella tratta «è annullato».


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