Gabbie salariali per le borse

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Nel decreto ministeriale sul diritto allo studio universitario che la conferenza Stato-Regioni esaminerà  giovedì 7 febbraio sarebbe contenuto un nuovo taglio al fondo nazionale delle borse di studio. L’allarme è stato lanciato dal coordinamento universitario Link, dall’Unione degli Universitari e dagli studenti InfoAut. Per gli studenti il ministro Profumo avrebbe intenzione di inasprire i criteri di accesso alle borse di studio, con il rischio di escludere il prossimo anno il 45% degli aventi diritto.
Il provvedimento applica uno dei decreti attuativi della riforma Gelmini e riguarda 112mila borsisti per l’anno accademico 2011-12. Una cifra che risente dei tagli al fondo per il diritto allo studio che solo due anni prima interessava 147 mila studenti per una spesa di 399 milioni di euro. Con la «rimodulazione» dei livelli essenziali delle prestazioni prevista dal decreto il numero dei borsisti interessati potrebbe scendere a poco più di 89mila studenti.
Il decreto determina due indicatori per assegnare una borsa di studio: il merito e la condizione economica delle famiglie di provenienza. Da un lato abbassa la soglia massima di accesso e dall’altro differenzia l’assegnazione della borsa regione per regione.
Chi aspira a una borsa di studio in Lombardia deve dimostrare di avere un reddito Isee di 20 mila euro. In Sicilia deve avere 14.300 euro. Il limite per tutti è poco più di 20 mila euro all’anno. Il decreto terrà  conto del rigonfiamento del valore fiscale degli immobili prodotto dall’Imu, oltre ai conti correnti bancari e postali, titoli di stato, pensioni di invalidità  e contributi previdenziali, insomma i normali risparmi privati delle famiglie. Se l’Isee di un lavoratore dipendente è di 14.683 euro, con i nuovi indici lieviterà  fino a 19.969. Se l’Isee di un lavoratore dipendente è oggi di 17.436 euro, domani aumenterà  a 23.314. «Bel trucco a favore dei furbetti del Welfare – scrivono gli studenti sul portale InfoAut – è una promozione di massa nella categoria nominale dei “ricchi”, escludendoli così dalle tutele».
Il ministro Profumo è intervenuto per smentire l’esistenza dei tagli. Per lui il decreto interviene solo con questa operazione sui criteri dell’accesso. Per gli studenti del coordinamento Link, il discorso è un altro. Sotto accusa è il cambiamento dei criteri Isee e la loro differenziazione su base regionale che allarga la distanza tra il Sud e il Centro-Nord del paese. Uno studente meridionale potrà  accedere alla borsa di studio solo se il suo Isee non supererà  i 15 mila euro, mentre uno studente settentrionale potrà  fare domanda anche se il suo Isee supera il 20 mila euro. Pur con soglie di reddito diseguali, entrambi concorreranno per i posti in una residenza universitaria che nel frattempo sono stati tagliati. Dunque, che ci sia o meno un taglio nel decreto, il problema riguarda l’Isee. Una sua variazione di mille euro corrisponde all’espulsione di diverse centinaia di studenti dalla fruizione di una borsa di studio. «E’ l’ultimo colpo di coda di Profumo prima delle elezioni» denuncia Link.
Poi c’è la vicenda dei «vincitori di borsa non idonei». Come si può leggere nella tabella pubblicata in questa pagina, infatti, gli «idonei non beneficiari« in Italia erano 45mila nel 2010-2011 con un valore Isee minimo pari a 17 mila euro in tutte le regioni. Questo significa che hanno vinto una borsa di studio, ma non hanno trovato ospitalità  in una stanza delle residenze universitarie. Esistono casi dove invece le stanze sono state affittate ad altri studenti e non concesse ai vincitori di borsa.
Anche il criterio del merito non convince gli studenti perché il decreto renderebbe i requisiti così restrittivi da rendere impossibile ad uno studente di conseguire un numero di crediti formativi tale da mantenere una media alta. L’Udu fa notare che il decreto diminuisce l’importo delle borse destinate agli studenti residente e ai pendolari dal 7 al 12%, mentre lo aumenta per i fuorisede ai quali viene tagliata l’integrazione per l’alloggio e la mensa. Il decreto fissa i limiti di età  per ottenere la borsa: 25 anni massimo per la laurea triennale, 32 per quelle magistrali o a ciclo unico.
Il fondo per il diritto allo studio era pari, nel 2010-11, a 431 milioni di euro, comprensivi dei contributi delle regioni e delle tasse degli studenti. In Francia lo stesso fondo è di 1,6 miliardi di euro, in Germania di 2. I tagli hanno costretto gli enti al diritto allo studio e gli atenei, oltre che le regioni, ad aumentare le tasse agli studenti. Ma inutilmente, visto lo strano destino a cui sono andati incontro gli idonei non beneficiari. Pur pagando più tasse, spesso sono costretti ad affittare una stanza, oppure a tornare a casa.


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