by Sergio Segio | 4 Febbraio 2013 7:56
ROMA — I voli della romena Carpatair e il contratto con l’Alitalia finiscono sotto inchiesta. L’incidente di sabato notte a Fiumicino che ha provocato sedici feriti non si limiterà ad accertare i motivi che hanno portato l’Atr 72 a finire fuori pista. Il procuratore di Civitavecchia, Gianfranco Amendola, vuole capire se tutto sia in regola sul fronte dell’accordo tra al nostra compagnia e quella che ha sede a Timisoara: «La sicurezza dei passeggeri, degli equipaggi e degli addetti aeroportuali viene prima di ogni altra cosa. Sarà un’indagine a 360 gradi» annuncia il magistrato. Che poi si trincera dietro all’esigenza di rispettare il segreto istruttorio di un’inchiesta che si presenta ricca di spunti ma, allo stesso tempo, irta di ostacoli e che, forse, potrebbe tirare in ballo molte realtà del trasporto civile. Nessuna esclusa.
Sono molti, infatti, gli aspetti su cui dovrà lavorare a fondo il pm Paolo Calabria. Il velivolo ad elica (in leasing alla Carpatair da un anno, come il gemello) è stato sequestrato dagli agenti della Polaria diretti da Antonio Del Greco, che hanno già interrogato il comandante (un romeno di 57 anni con 15.000 ore di volo e istruttore di Atr, dicono dalla Carpatair). Ed è già cominciato l’esame delle scatole nere. L’ipotesi più accreditata per l’incidente è del wind shear, la raffica violenta e improvvisa di vento che già tante catastrofi nei cieli ha provocato. Ma questa può essere solo una delle tante concause alla base del fuori pista del Pisa-Roma. La prima verifica riguarda le condizioni atmosferiche: il comandante dell’aereo (la copilota, giovane, 28 anni, non è stata ancora sentita) ha detto ai responsabili della compagnia di «non aver avuto alcuna comunicazione sulla possibilità che si manifestassero episodi di wind shear né al decollo da Pisa né durante il volo né in fase di atterraggio». Ma c’è di più: un notam della torre ci controllo di Fiumicino segnala all’ora del disastro vento di 28 nodi con punte fino a 41 e l’Atr 72 non correrebbe rischi fino a 35 nodi (la Carpatair sostiene fino a 30). Il bielica stava inoltre atterrando sulla pista parallela al mare: quella perpendicolare (di solito utilizzata per i decolli) era chiusa per lavori di manutenzione.
Ha sbagliato il comandante a non puntare su un altro scalo? Le segnalazioni sull’intensità del vento sono state comunicate o interpretate male? Sarà l’inchiesta a stabilirlo. Così come la Procura dovrà forse fare chiarezza su un’altra vicenda, alimentata ieri da voci provenienti da un sindacato di piloti: una rischio collisione per l’Atr 72 all’arrivo a Pisa con un altro velivolo Alitalia perché il pilota non avrebbe compreso bene le istruzioni in fase di atterraggio. Da Ansv, Enav, Alitalia e Carpatair nessuna conferma, forse a causa della chiusura domenicale degli uffici pubblici. I responsabili dello scalo toscano non hanno invece rilevato alcuna anomalia.
Ancora, da verificare. Un carrello del velivolo ha ceduto di schianto. A causa dell’atterraggio violento, provocato dalla raffica? Perché aveva un difetto? «Gli aerei di Carpatair, sottoposti a ispezioni senza preavviso, erano risultati efficienti» ha detto il direttore Enac del «Leonardo da Vinci», Vitaliano Turrà , replicando alla Uil Trasporti che aveva denunciato avarie e problemi accusati dalla compagnia. E l’Anpav, l’Associazione nazionale degli assistenti di volo, ha rincarato la dose chiedendo all’Alitalia che «l’annuncio di sospensione dei voli operati dal vettore romeno sia immediatamente seguito dalla rescissione del contratto di wet lease». Il direttore operativo dell’Alitalia, Giancarlo Schisano, si proietta sul futuro: «Nelle prossime settimane avvieremo negoziazioni con i vertici di Carpatair sul contratto, che al momento è stato sospeso. Lo interrompiamo per motivi di opportunità vogliamo capire cosa sia successo prima di ricominciare».
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