by Sergio Segio | 1 Febbraio 2013 7:47
In questo modo verrebbe meno la spada di Damocle del 12 luglio prossimo quando scadeva al Vico la cassa integrazione straordinaria. Secondo gli accordi infatti, entro luglio tutti i vecchi dipendenti del Giovan Battista Vico avrebbero dovuto essere assunti in Fabbrica Italia Pomigliano, lo stabilimento che produce la nuova Panda. In realtà le difficoltà del mercato renderanno difficile quel riassorbimento. Così Fabbrica Italia Pomigliano (Fip), la newco che per prima uscì da Confindustria per poter applicare i nuovi contratti Fiat, tornerà ad essere un semplice ramo d’azienda di Fga. Facendo confluire in Fga i lavoratori attivi di Fip e i cassintegrati del Giovan Battista Vico, si garantirà a questi ultimi un nuovo periodo di cassa integrazione in attesa che l’aumento delle vendite possa consentire di riportarli al lavoro sulla linea della Panda.
In che modo questa ristrutturazione societaria inciderà sul braccio di ferro tra Fiat e Fiom per superare la discriminazione subita dai metalmeccanici della Cgil nel riassorbimento dei cassintegrati? La questione dovrebbe essere affrontata in un incontro tra sindacati e azienda in programma lunedì. Per ora su tutta la ristrutturazione il Lingotto tace e ci sono sindacati, come il Fismic, che smentiscono decisamente che sia stata trovata una soluzione. Secondo alcune interpretazioni con l’assunzione in Fga i 126 cassintegrati Fiom per i quali il Tribinale di Roma aveva ordinato l’assunzione in Fip, rimarrebbero invece in cassa integrazione. Diverso invece il discorso per i 19 delegati Fiom già assunti nelle scorse settimane in Fip. Al loro posto la Fiat aveva annunciato che avrebbe licenziato altrettanti dipendenti oggi impegnati a produrre la Panda. L’azienda non ha mai individuato però i loro nomi. Non è chiaro se, dopo la ristrutturazione societaria, la Fiat rimetterà in cassa integrazione i 19 della Fiom o se ne manderà altri. Solo nei prossimi giorni insomma si capirà se e come l’azienda rispetterà la sentenza del Tribunale che sana la discriminazione subita dai metalmeccanici della Cgil.
Ieri mattina il consiglio di amministrazione di Fiat Industrial ha approvato i conti del 2012. I ricavi sono in crescita del 6,2 per cento a 25,8 miliardi. L’utile è salito del 31 a 921 milioni, un risultato che la borsa ha accolto con freddezza perché inferiore ai 955 milioni del consensus. A differenza di Fiat Spa, Industrial distribuirà un dividendo di 0,225 euro per azione.
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