È il giorno dello Ior Scelta tra due candidati

by Sergio Segio | 15 Febbraio 2013 7:50

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Il belga Bernard De Corte entra nel consiglio che così è stato integrato del posto vacante dalla fine del maggio scorso dopo l’uscita di scena dell’allora presidente Gotti Tedeschi.
Nel cda della Banca vaticana entra anche il cinquantenne tedesco Ernst von Freyberg, al posto dell’attuale vicepresidente reggente, l’anziano Ronaldo Hermann Schmitz, che proveniva da Deutsche Bank.
De Corte era accreditato ad assumere la carica di presidente, anche se poi il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha invitato i media alla cautela. Mentre ieri cominciava a circolare questa notizia Lombardi ha detto chiaramente: «A me non risulta». «Non confermo, ci sarà  un comunicato ufficiale». «Ho già  detto che saranno date le informazioni a tempo debito». Così in serata ha preso forza l’ipotesi che il nome del nuovo presidente dello Ior sarebbe quello del barone von Freyberg, appartenente ai Cavalieri di Malta. Un avvocato di robusta formazione finanziaria.
Ernst von Freyberg è cofondatore e direttore esecutivo di DC Advisory Partners GmbH. Ha diretto la Three Cities Research, Inc., compagnia di investimento parte of the Bemberg Group, a New York e a Londra dall’1988 al 1991, prima di essere cofondatore di DC Advisory Partners. Componente di molti consigli di sorveglianza compresi la Deutsche Malteser gGmbH, Flossbach & von Storch AG and Magirus AG.
Lombardi, in ogni caso, ha annunciato che «se i cardinali avranno qualcosa di importante da dirci ce lo diranno prima di lunedì». Visto che la Curia romana è impegnata da domenica e per una settimana negli esercizi spirituali per la Quaresima.
Restano nel consiglio il notaio Antonio Maria Marocco, presidente del consiglio di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (un altro accreditato per la presidenza), Carl Anderson, cavaliere supremo dei Cavalieri di Colombo, e Manuel Soto Serrano del Banco Santander.
Bernard De Corte si può considerare un banchiere «invisibile» dal momento che ha profilo molto discreto, tanto da comparire a malapena su Internet. L’ultima sua carica nota è quella di membro indipendente, fino al 2011, della società  d’investimenti belga Wereldhave Belgium, specializzata nel «real estate», e con un portafoglio d’investimenti che, al 30 settembre scorso, valeva mezzo miliardo di euro.
La nomina del nuovo presidente dello Ior sarà  di fatto l’ultima nomina di Joseph Ratzinger. In Vaticano spiegano che «le decisioni sulla Banca vaticana erano strettamente necessarie». Il Papa, dunque, le ha avvallate perché «da tempo erano in preparazione gli assetti che verranno ratificati in queste ore e perché la vacatio della presidenza dello Ior durava da oltre otto mesi. C’era bisogno e in fretta di uno Ior di nuovo pienamente operativo».

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