È guerra sui rimborsi
ROMA. Adesso bisogna fare i conti. Ora che il Consiglio di Stato ha deciso che i soldi che per più di cinque mesi (dal 21 luglio al 31 dicembre 2011, ma per i movimenti per l’acqua anche per tutto il 2012) i cittadini hanno versato ingiustamente ai gestori dell’acqua vanno restituiti, bisogna calcolare a quanto ammonta quel 7% pagato come remunerazione degli investimenti svolti. «Fare cifre in questo momento è prematuro», dicono all’Autorità per l’energia e il gas, spiegando che gli unici in grado di quantificare gli investimenti fatti sono gli Enti d’Ambito.
Per non perdere tempo, intanto, già ieri l’Autorità ha emesso un provvedimento in cui annuncia come intende procedere. Per calcolare la cifra da restituire agli utenti, si spiega, «l’Autorità intende seguire i criteri già utilizzati per la definizione del c.d. Metodo Tariffario Transitorio che copre il biennio 2012-2013, all’interno del quale già si sono considerati gli effetti del referendum abrogativo». Il riferimento è alle nuove tariffe stabilite dall’Autorità e in cui la voce relativa alla remunerazione degli investimenti è stata cancellata, ma ne è stata inserita un’altra relativa agli oneri finanziari, sempre a beneficio dei gestori e calcolata nel 6,4%.
Una scelta che ha fatto infuriare il Forum del movimenti per l’acqua, promotore del referendum del 2011, che in serata ha chiesto le dimissioni dell’Autorità . «I parametri del rimborso disattendono del tutto il parere del Consiglio di Stato e quello della Corte costituzionale a suo tempo espresso» affermano i movimenti, secondo i quali riconoscendo ai gestori i diritto a percepire un 6,4% di oneri finanziari, i cittadini rischierebbero di non vedersi restituire – come dovuto – il 7%, bensì solo lo 0,6%, vale a dire la differenza tra i due parametri. «L’acqua è dei cittadini – concludono i movimenti – non si può continuare ragionare secondo logiche di mercato».
Intanto le associazioni dei consumatori, e non solo loro, sono già scese in campo per chiedere che gli utenti vengano rimborsati al più presto. «I soldi indebitamente incassati dai gestori vanno immediatamente. ossia nella prima bolletta utile, restituiti al consumatore con tanto di interessi legali, altrimenti scatteranno le azioni legali», ha avvertito il Codacons. Una fretta ovviamente non condivisa da Federutility, la federazione che riunisce i gestori di acqua, energia e gas, che consiglia di aspettare le decisioni dell’Autorità «sui costi finanziari: il Consiglio di Stato – osserva Mauro D’Ascenzi, vicepresidente di Federutility – scioglie nodi formali importanti, ma il calcolo del 7% riguarda una sola voce della tariffa, per un periodo limitato di sei mesi. Tenendo conto che nel 2011 i tassi di interesse pagati dalle aziende erano elevatissimi a causa della crisi, è addirittura possibile che il calcolo risulti a favore di qualche gestore. In un caso o nell’altro – rileva D’Ascenzi – si parla comunque di centesimi o pochi euro». Chi non ha dubbi è invece Angelo Bonelli. «Dal consiglio di Stato è arrivata una sonora bocciatura per il governo Monti che aveva provato sottobanco a cancellare il referendum del 12 e 13 giugno», ha detto ieri il presidente dei Verdi e candidato alla Camera nella Lista Rivoluzione Civile. «Insieme a tutte le forze che lo hanno sostenuto – ha proseguito Bonelli – Pd Pdl e Udc, che hanno votato tutti i provvedimenti, Monti ha provato in tutti i modi a cancellare i referendum per l’acqua pubblica. Si tratta di una cosa scandalosa, perché il referendum rappresenta l’espressione della volontà di 27 milioni di italiani che hanno detto chiaramente che vogliono che l’acqua sia una risorsa pubblica».
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