by Sergio Segio | 10 Febbraio 2013 8:25
L’inaspettato slancio nei confronti del leader del sindacato dei metalmeccanici si deve alla convergenza contro un obiettivo comune: Mario Monti.
Poche ore prima, venerdì, Berlusconi era stato avvertito che a «Leader», il programma di Rai 3 condotto da Lucia Annunziata, sarebbe intervenuto anche Maurizio Landini. Preoccupato, aveva chiesto lumi a uno dei suoi più stretti collaboratori del momento. Anche perché Brunetta aveva già avuto modo di incontrarsi in tv con Landini, da Enrico Mentana. Ed era stato un incontro fortunato, perché arrivava proprio nel giorno in cui Monti aveva attaccato duramente la Fiom. Così Brunetta aveva cercato una saldatura con il «nemico» leader dei metalmeccanici. Il quale non aveva dato grande soddisfazione, sottraendosi alla sponda. Nella sfida tv dalla Annunziata, Berlusconi aveva seguito le indicazioni del suo consigliere, evitando l’attacco diretto a Landini. Ma il leader della Fiom non si era fatto scrupolo nell’attaccare violentemente il Cavaliere sul condono tombale.
Brunetta conferma l’indiscrezione e anche l’entusiasmo con «l’evviva»: «Landini si trova ai miei antipodi ma è una persona seria. È da sempre contrario all’inciucio tra Bersani e Monti: è uno coerente e quindi chapeau». Fa strano sentire l’elogio di Landini da Brunetta: «Ma guardi che ci sono diversi punti in comune: lui è contro la riforma Fornero delle pensioni, come noi; e lui è contro la riforma Fornero del mercato del lavoro, come noi». Anche sui 19 lavoratori della Fiat in mobilità , Berlusconi ha riconosciuto che Landini ha ragione.
L’inedita convergenza parallela si può spiegare con una convenienza elettorale, visto che il nemico principale del Pdl è Monti: «Ma no, non è opportunismo — nega Brunetta — Landini, da buon sindacalista proletario massimalista, ha una visione chiara del mondo. Non ama Vendola, non ama Bersani, non ama Monti né gli inciuci. È un signor sindacalista, rispettabilissimo. Siamo divisi su tutto, ma almeno c’è chiarezza intellettuale. Se qualcuno mi chiamasse a fare un dibattito con Landini, ne sarei felicissimo».
Il fervore simpatizzante di Brunetta non si estende invece a Susanna Camusso, segretario della Cgil: «Lei non è alla mia altezza. E lo dico con tutta l’autoironia del caso. La vedo come una persona molto ideologica, politica, più capopartito che sindacalista. E questo non mi piace, non mi piacciono le persone finte. Se fai sindacato come fa Landini, evviva. Se lo fai nascondendoti dietro le sigle di partito, non mi piace».
Landini non commenta. I suoi riferiscono che «non ha nessuna intenzione di occuparsi di queste vicende» e che l’unica cosa che gli interessa è «parlare dei lavoratori che rappresenta». Ma poi aggiungono: «Landini non fa sconti a nessuno, né a Monti, né a Bersani, né tantomeno a Brunetta».
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