CARCERI:SEGIO E CUSANI A NAPOLITANO,IL TEMPO STA PER SCADERE
“Il sovraffollamento nelle carceri italiane non ha eguali nel passato, né in Europa, quanto a rapidità della crescita (negli ultimi vent’anni, infatti, il tasso di detenzione è salito da 53 a 113 detenuti ogni centomila abitanti) e, ancor di più, quanto a inefficacia delle risposte”, scrivono l’ex leader di Prima Linea e l’ex manager condannato per Tangentopoli, oggi entrambi impegnati nel sociale. “L’unico provvedimento deflativo recente che consente l’esecuzione domiciliare delle pene sotto i 18 mesi, si è rivelato un pannicello caldo – aggiungono -. Al 31 gennaio 2013 in detenzione domiciliare vi erano in totale 9.386 condannati per piccoli reati, a fronte di presenze in carcere che, a quella stessa data, continuavano a essere 65.905, mentre la capienza definita “regolamentare” è fissata a 47.040 posti”.
Secondo Segio e Cusani “quest’anno un unico elemento ha impedito il degenerare della situazione: la ragionevolezza pratica di chi opera a contatto con il problema, vale a dire magistratura e forze dell’ordine, che evitando l’arresto o la sua convalida nei casi di minore gravità ha fatto sì che il numero di ingressi in carcere nel 2012 sia stato il più basso degli ultimi vent’anni: 63.020, a fronte di ingressi che mediamente arrivavano tra le 80.000 e le 90.000 unità “. Insomma, dicono, un “informale e provvidenziale provvedimento di ‘numero chiuso’, che però, è solo un tampone di buon senso davanti all’inerzia politica”. Infatti sottolineano che se gli ingressi annuali sono diminuiti continua invece a salire la presenza media di detenuti nel corso dell’anno.
“Dunque si esce di meno, le pene sono più lunghe, la valvola di sfogo delle misure alternative alla detenzione si è da tempo inceppata: a gennaio 2013, i beneficiari di affidamento in prova erano poco più di diecimila (10.112) e soli 879 i semiliberi”. (ANSA).
AU/
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