Bpm, tangenti a politici e soldi ai mafiosi arrestato l’avvocato Amoruso Battista

by Sergio Segio | 7 Febbraio 2013 8:00

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MILANO — Far ottenere un finanziamento a un amico e in cambio ricevere un bonifico di qualche centinaia di migliaia di euro come ringraziamento. L’inchiesta sugli usi e i costumi della Popolare di Milano ai tempi di Massimo Ponzellini si arricchisce di un nuovo protagonista, l’avvocato Onofrio Amoruso Battista. Il professionista, finito ai domiciliari su richiesta dei pm Roberto Pellicano e Mauro Clerici, appare come «destinatario di pagamenti effettuati da Bpm o da soggetti che hanno ricevuto finanziamenti dalla banca in relazione ad affari per i quali non risulta aver svolto alcuna effettiva attività  professionale».
Amoruso Battista è noto in Lombardia perché era stato consigliere regionale fra il ‘95 e il 2000, ricoprendo la carica di presidente della commissione Ambiente, Energia e Protezione Civile, mentre nel gruppo Bpm, oltre a essere probiviro, è stato consigliere della controllata Cassa di Risparmio di Alessandria ed è consigliere di Banca Akros. Si racconta di lui un inizio da capogruppo dei berlusconiani in Regione, anche se poi la sua carriera politica lo ha portato a una girandola di cambiamenti, dal Pri a Forza Italia, dall’Udr di Cossiga all’Udeur di Mastella. È in una telefonata tra Alberto Nagel, amministratore di Mediobanca e l’ex direttore generale di Bpm, Enzo Chiesa, che viene ben delineata la figura di Amoruso. «Questo — dice Nagel — lo conosco purtroppo… è uno un po’ strano che ha fatto politica e che ha cambiato sei o sette cose no? Come si comporta lì da voi?» e Chiesa, intercettato, risponde: «L’ha infilato là  Ponzellini». Secondo l’accusa, infatti, all’interno della banca, Amoruso avrebbe fatto parte di quel «comitato d’affari», composto da Ponzellini, dal suo braccio destro Antonio Cannalire e dallo stesso Chiesa, che tuttora sarebbe in grado di esercitare la propria influenza sui vertici dell’istituto milanese, come dimostrerebbe la recente remissione di querela nei confronti di Francesco Corallo, il titolare di Bplus.
Proprio l’imprenditore attivo nei giochi d’azzardo e anche lui indagato, avrebbe ricompensato l’avvocato Amoruso con un bonifico da 1,2 milioni di euro, dopo aver ricevuto finanziamenti dalla Bpm. Dal conto di Amoruso, sarebbe poi partiti due pagamenti per un totale di 187.200 euro alla Penta spa, società  riconducibile a Ponzellini, «corrisposti in data 22 dicembre 2009 all’indomani dell’accredito proveniente da Bplus e la restante parte nell’ottobre e novembre 2010, ossia poco dopo il secondo finanziamento erogato dalla Bpm a Bplus».
Nei suoi affari l’avvocato Amoruso Battista non sembra aver dimenticato nemmeno il suo vecchio amore per la politica, tanto che i magistrati milanesi ipotizzano che due fuoriuscite di denaro dai conti del suo studio siano dirette a esponenti politici locali, finiti di recente nei guai con la giustizia. Il primo versamento sarebbe a favore di Emilio Santomauro, prima di Alleanza nazionale e poi dell’Unione di centro, due volte consigliere comunale a Milano, ex presidente della Commissione Urbanistica di Palazzo Marino, già  vicepresidente della società  del Comune (Sogemi) che gestisce l’Ortomercato. E il secondo per Domenico Zambetti (Udc), politico di lungo corso in Lombardia, tra sanità  e altro e da ultimo assessore alla Casa della giunta Formigoni. È lo stesso Zambetti finito agli arresti con l’accusa di voto di scambio e concorso esterno in associazione mafiosa. Del resto, su Battista Amoruso incombe anche l’ombra della criminalità  organizzata per un finanziamento della Bpm da lui intermediato a favore del gruppo Scutieri. I due fratelli e una loro società  che operava nel settore immobiliare sarebbero stati presentati alla Popolare di Milano da Alfredo Iorio, finito agli arresti nel 2009 per associazione a delinquere di stampo mafioso. Si tratta di un credito da 30 milioni di euro alla Ippo 2009 srl per partecipare alla gara per la dismissione di un palazzo delle Poste che gli Scutieri erano sicuri di vincere. E nel 2009, tra le entrate dello studio figura un bonifico della Ippo da 137 mila euro e un altro da 10mila euro proveniente da Bianchini Scudellari. Al vaglio degli inquirenti rientrano anche un finanziamento alla Bialetti da cui Amoruso avrebbe ricevuto 400mila euro e una consulenza “fantasma” da 300 mila euro per la Risanamento di Luigi Zunino.

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