Borse e spread, torna l’alta tensione

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MILANO — Partiamo dai numeri. La Borsa di Milano ha perso ieri il 4,5%. Lo spread dei Btp decennali sui Bund tedeschi ha chiuso in forte rialzo, a 285 punti base contro i 260 di venerdì scorso (quando Piazza Affari ha lasciato sul terreno lo 0,7%).
Male anche la Borsa di Madrid (-3,77%), con il differenziale tra Bonos e Bund decennali a 383 punti base. Allargando lo sguardo al resto d’Europa, Parigi ottiene la maglia nera perdendo il 3%, seguita da Francoforte con -2,49%. Ha limitato le perdite Londra (-1,58%). Se poi si accende un faro sui diversi comparti, le peggiori perfomance sono state realizzate da quello bancario (-2,92% l’indice Stoxx), automobilistico (-3,17%) e costruzioni (-2,45%).
Insomma, una giornata difficile sui mercati in cui diversi fattori si sono mescolati con i risultati evidenti dei tonfi di Milano e Madrid. Secondo il Wall Street Journal, sul mercato obbligazionario hanno pesato le «promesse elettorali» di Silvio Berlusconi, lo scandalo dei derivati che ha colpito Monte dei Paschi e quello dei presunti fondi neri in Spagna, che ha travolto il partito del premier Mariano Rajoy (l’opposizione ne ha chiesto le dimissioni). A tre settimane dal voto italiano, cresce dunque la tensione sui mercati. «Preoccupa che dalle urne possa non uscire un governo stabile, capace di governare per cinque anni — spiega Nicola Frondizi di Augustum Opus Sim —. I mercati non amano l’incertezza, gradirebbero il proseguimento dell’esperienza Monti, o un esecutivo Monti-Bersani, o magari anche Bersani. Berlusconi invece è percepito in Europa come un politico populista». Nel fine settimana il leader del Pdl ha promesso che nel primo consiglio dei ministri restituirà  l’Imu pagata sulla prima casa nel 2012 e il timore a Bruxelles e nelle capitali europee è che l’Italia si allontani dalla via del rigore e del controllo dei conti pubblici intrapresa nell’ultimo anno. Timori suscitati anche da certe dichiarazioni del Movimento 5 Stelle, Pd o Sel quando toccano temi sensibili per le finanze dello Stato.
Ci sono anche motivazioni esclusivamente finanziarie che hanno probabilmente fatto precipitare Piazza Affari: «Su quei mercati che sono cresciuti parecchio da inizio anno, ci sono state le prese di beneficio, sono stati capitalizzati i guadagni», precisa Frondizi, che mette in evidenza anche un altro aspetto, quello delle perdite del comparto bancario su tutte le Borse europee. «I risultati deludenti di Commerzbank hanno condizionato ieri il settore, già  preoccupato dall’annuncio, venerdì scorso, della nazionalizzazione di una banca olandese (Sns Reaal, ndr). E poi in Italia c’è il caso Mps che crea allarmismo». A Milano Unicredit ha perso l’8,29%, il Banco Popolare il 6,89%, la Popolare di Milano il 6,55%, Mediobanca il 5,84%, Intesa Sanpaolo il 5,35% e Mps il 4,83%.
Angelo Drusiani, gestore obbligazionario di Banca Albertini Syz, sottolinea che sulle piazze finanziarie europee ci sono state «perdite diffuse, Parigi ha chiuso con -3%: è evidente la valenza internazionale dei timori per il sistema bancario. La paura è che vengano alla luce altri casi come quello della banca senese». Ma è indubbio che Milano stia scontando l’incertezza elezioni e c’è chi scommette che nelle prossime tre settimane lo spread riprenderà  a correre. I Paesi periferici continuano a far preoccupare il resto di Eurolandia e la riunione della Banca centrale europea in programma giovedì è particolarmente attesa dai mercati. L’esito del voto sarà  determinante per l’Italia: «Le piazze finanziarie — conclude Drusiani — temono un effetto Grecia. Atene lo scorso anno è tornata alle urne dopo appena sei mesi».
Francesca Basso


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