Bersani e l’operaio suicida: “Una coltellata”
MILANO — Il caso di Giuseppe Burgarella, l’operaio suicidatosi a Trapani perché non riusciva a trovare lavoro e che ha lasciato un biglietto con l’elenco dei disoccupati che si sono tolti la vita all’interno di una copia della Costituzione, scuote la campagna elettorale. E riporta al centro del dibattito politico il tema del lavoro. «Per me è stata una coltellata — ha confidato Pier Luigi Bersani, leader del centrosinistra e candidato premier — comprendiamo il disagio che sta vivendo tanta gente. Questi fatti ci dicono che il lavoro non è solo dar da mangiare alla propria famiglia, è una questione di dignità . Ci occuperemo di questo problema del lavoro, senza promettere miracoli, ma facendo capire che si parte da chi è in difficoltà ». «Questi suicidi sono omicidi di Stato travestiti — ha commentato Antonio Ingroia, candidato premier di Rivoluzione civile — Credo che oggi tutti i partiti dovrebbero parlare solo di Burgarella». Anche Laura Boldrini, ex portavoce dell’agenzia Onu per i Rifugiati, capolista alla Camera di Sinistra Ecologia Libertà in Sicilia e nelle Marche, ha ricordato Burgarella. «Nella sua tragica lettera, l’ex sindacalista ha voluto lanciare un allarme per tutti coloro che in età avanzata si ritrovano espulsi dal mondo del lavoro.
Una categoria di persone di cui ci occupa troppo poco e alla quale il nuovo governo dovrà dare risposte».
Ieri, intanto, un’altra tragedia. A Milano, Luciano M., 59 anni, titolare della Multivideo, ditta che vende e noleggia attrezzatura tecnica, si è tolto la vita all’interno della sua azienda. Anche lui ha lasciato un biglietto. «Sono un fallito» ha scritto prima di uccidersi. Il piccolo imprenditore ha fissato una corda da alpinista a una scala, è salito su una sedia, si è stretto il cappio intorno al collo e si è lasciato cadere. Per ore i suoi familiari non hanno avuto notizie dell’uomo.
Nel corso di una conferenza stampa in Veneto, a Campodarsego, in provincia di Padova, anche Silvio Berlusconi è intervenuto sul caso dei suicidi degli imprenditori veneti. «Circola la voce nelle redazioni dei giornali che vi sia stato un intervento del governo perché non se ne facesse più menzione — ha detto l’ex premier — Si tratta di tragedie causate dalla crisi, dalla mancanza di liquidità e per gli interventi di Equitalia, che invece di essere vicina ai contribuenti li ha vessati con multe e dilazioni non concesse ». Dichiarazione che non hanno mancato di sollevare polemiche: «Berlusconi è un bugiardo», ha commentato Gianfranco Fini.
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