Articoli online, Hollande piega Google “Dovrà  pagare 60 milioni ai giornali”

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PARIGI — Dopo anni di battaglie, Google e gli editori francesi hanno trovato un accordo per mettere fine al loro contenzioso: la multinazionale verserà  60 milioni a un fondo per la modernizzazione della stampa. Si vedrà  con il tempo se si tratta davvero di un’intesa «storica», come dicono i protagonisti. In ogni caso, si tratta di un compromesso con padrino d’eccezione, Franà§ois Hollande, che ieri ha ricevuto le parti all’Eliseo: il capo dello Stato aveva minacciato una legge per difendere la stampa in caso di mancato accordo.
Il protocollo firmato dal motore di ricerca e dagli editori transalpini è il frutto di reciproche concessioni. I giornali avrebbero voluto un versamento basato sul diritto d’autore e su questo punto avevano trovato il sostegno degli editori italiani e tedeschi. Era insomma il principio della Google Tax, rifiutato dalla multinazionale americana: in una lettera inviata al governo a metà  ottobre, Google aveva minacciato di non indicizzare più le testate francesi se fosse stata introdotta una tassa di quel tipo. Com’era già  avvenuto in Belgio, gli editori hanno capito che bisognava trovare un’altra strada. Ed è quel che è stato fatto grazie all’aiuto di un mediatore nominato dal governo.
L’accordo prevede che Google versi 60 milioni di euro a un fondo di aiuto alla transizione digitale. L’organismo finanzierà  progetti di «cambiamenti strutturali» e sarà  destinato alla stampa di informazione «generalista», compresi i cosiddetti “pure players”, cioè i giornali presenti solo sul web. I fondi dovrebbero essere concessi in un periodo di tre-cinque anni. Le scelte saranno affidate a un consiglio di amministrazione in cui saranno rappresentate le due parti e in cui sederanno personalità  indipendenti. Parallelamente, è stato firmato un accordo commerciale quinquennale, grazie al quale gli editori potranno avere accesso a tutte le piattaforme digitali di Google a prezzi vantaggiosi. L’azienda californiana ha inoltre proposto di mettere a disposizione della stampa i suoi ingegneri e le sue capacità  tecniche.
Il compromesso dovrebbe soddisfare tutti. Certo, gli editori avrebbero preferito una remunerazione in base al diritto d’autore, ma l’introduzione di una Google Tax per legge avrebbe richiesto un iter legislativo molto lungo. Inoltre, la minaccia di non essere più indicizzati dal motore di ricerca li ha costretti a trovare un’altra formula. Google ha vinto su questo punto, ma è stata costretta a riconoscere il fatto di dover remunerare in qualche modo i produttori di contenuti, in questo caso la stampa. Un principio che aveva già  riconosciuto a fine 2012 con la firma di un analogo accordo in Belgio. Infine, c’è anche un vincitore politico, Franà§ois Hollande. Dopo aver minacciato una legge e spinto al negoziato, il presidente ha dato la sua benedizione all’intesa: non a caso ha invitato i firmatari all’Eliseo.
Il testo francese potrebbe essere adesso una base negoziale in altri paesi, come l’Italia. In Germania, invece, il parlamento sta discutendo l’introduzione di una Google Tax, ma l’accordo francese potrebbe riaprire le discussioni tra gli editori e il gigante statunitense.


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