Alleanze, Monti gela la sinistra

by Sergio Segio | 19 Febbraio 2013 7:17

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ROMA — «Le coalizioni di destra e di sinistra sono ideali per vincere ma non per governare». Mario Monti chiarisce il proprio punto di vista nella settimana finale della campagna elettorale. «Destra e sinistra non sono adatte per andare avanti nelle riforme», insiste il premier. «Anche noi siamo scontenti della politica precedente, così come lo sono le tantissime persone attratte da Grillo. In quel caso, però, la protesta rimane protesta, mentre con noi si trasforma in proposta». Il Professore guarda ai delusi di entrambi gli schieramenti ed è consapevole delle difficoltà  di guadagnare consensi al punto di dire che se Scelta civica superasse il 10 per cento «sarebbe storicamente un grande successo».
In molti, però, si chiedono se, a urne chiuse, vi possano essere le condizioni per un’alleanza tra il Professore e il centrosinistra, qualora Bersani e Vendola non abbiano i numeri sufficienti per formare una maggioranza anche in Senato. Monti, al riguardo, ha le idee molto chiare: «Con questa coalizione di sinistra non ho e non avrò nulla in comune». E poi si corregge: «Non dico no alla sinistra. Ma dico no a questa coalizione di centrosinistra così configurata». Ma ciò non esclude che possa esserci una collaborazione. «La scelta di proporre una grande coalizione», argomenta, «compete al presidente della Repubblica. Io, come è noto, sono da tanti anni fautore di grandi coalizioni per risolvere i problemi seri del Paese. Del resto, quello che abbiamo fatto quest’anno è stata una strana grande coalizione». Insomma, avverte, «la situazione potrebbe essere ingovernabile dopo il voto. Speriamo di no, ma lo sembrava anche l’Italia del 2011. E poi non è stato così. Quindi prima di dirlo aspettiamo». Monti apre poi a un confronto in tv con tutti i sei candidati: «Mi va benissimo».
Intanto, uno dei ministri tecnici, Corrado Passera, rompe il silenzio che si è imposto per criticare la campagna elettorale: «Non si può certo dire che sia concentrata su temi e soluzioni per risolvere i tanti problemi che il nostro Paese ha». E rivela di non avere «un piano di riserva per il mio futuro».
Bersani e Vendola
A Monti Pier Luigi Bersani obietta che «noi, se dovessimo vincere le elezioni, governeremo senza essere faziosi perché siamo responsabili». Non solo. Il leader del Pd avverte: «Noi siamo sempre aperti alla discussione. Se c’è chi mette al primo posto altre cose prima dell’Italia è un problema suo. Noi governeremo senza essere faziosi perché siamo una coalizione responsabile». Concetti che riprende con molta più severità  Nichi Vendola. «Il professor Monti — dice il governatore della Puglia — con un linguaggio virulento inaspettato da parte di chi ha fatto dello stile compassato una cifra della sua personalità , ha parlato con estrema durezza del suo difficile dialogo con il centrosinistra. Per me il dialogo si fa senza pregiudizi, sulla base di spunti politici».
Grillo e la Grecia
Gli scandali sembrano soffiare vento nelle vele del Movimento 5 Stelle che punta a intercettare la protesta dei cittadini. Tutti ne sono consapevoli. Bersani guarda al fenomeno con una certa preoccupazione: «Io le istanze dei cittadini arrabbiati le comprendo, ma Grillo non ha mai risposto a una domanda in vita sua e questo ci porterebbe fuori dalle democrazie. Dice: via dall’euro e mille euro per tre anni a chi è senza lavoro… Ma così ci porta in Grecia». Fa poi notare che serve «un governo coraggioso nel cambiamento, la rabbia da sola non porta da nessuna parte. Anzi è pericolosa. Noi siamo in mezzo ai guai, ma vedo qualcuno che pensa di vincere sulle macerie. Attenzione: può essere pericoloso. Chi è arrabbiato sappia che siamo in difficoltà  e si rischia la governabilità  di questo Paese».
Prodi e il Quirinale
Dopo l’intervento di Romano Prodi alla manifestazione del centrosinistra a Milano che ha fatto pensare a una sua possibile candidatura al Quirinale in molti si domandano se sia davvero ipotizzabile. «È più che legittimo che vi aspiri», osserva Pier Ferdinando Casini. Non intende commentare la questione Massimo D’Alema mentre il leader del Psi, Riccardo Nencini, ne sarebbe «felice». E Maurizio Gasparri annuncia che si adopererà  «affinché si possa vedere finalmente un esponente del centrodestra salire al Quirinale».
Ingroia e il Pd
Antonio Ingroia, che guida Rivoluzione civile, conferma di avere ricevuto offerte di desistenza da parte del Pd: «Ci sono state fatte ma non avevano i presupposti programmatici. Bersani chiedeva un patto unilaterale, voleva avere le mani libere per poi accordarsi con Monti».

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