by Sergio Segio | 4 Gennaio 2013 8:48
ROMA — Riduzione degli spazi Rai per Mario Monti che avrà diritto a tempi televisivi pari a quelli dei leader delle altre coalizioni. In quanto alle sue apparizioni come capo del governo uscente saranno ridotte all’essenziale. È una delle conseguenze più tangibili del regolamento sulla par condicio nel servizio pubblico (vincolante solo per la Rai e non gli altri network come Mediaset, Sky, La7) approvato ieri dalla commissione di Vigilanza Rai dopo sette ore di riunione sotto la presidenza di Sergio Zavoli. Esaminati più di cento emendamenti presentati soprattutto dalla Lega alla relazione dello stesso Zavoli. Come ha spiegato Vincenzo Vita, Pd, il Monti presidente del Consiglio apparirà molto meno sulla Rai perché «le funzioni istituzionali non possono essere un’occasione né un vettore per iniziative politiche».
Annullata per questa ragione, a colpi di emendamenti, la tradizionale conferenza stampa conclusiva della campagna elettorale del presidente del Consiglio: stavolta si chiama Monti ed è un leader in campo. Anche a viale Mazzini spira un’aria diversa per il Professore: cancellata la sua partecipazione a «L’Arena» di Massimo Giletti in calendario per domenica pomeriggio 6 gennaio su Raiuno. La direzione generale di Luigi Gubitosi ha ricordato la «raccomandazione» del Consiglio di amministrazione del 19 dicembre che escludeva la presenza dei politici nelle trasmissioni dei giorni festivi.
La riunione in Vigilanza è stata lunga e tempestosa. All’inizio della seduta Paolo Bonaiuti, Pdl, aveva protestato per la seconda presenza di Monti a «Unomattina» nel giro di 23 giorni. Replica del presidente Sergio Zavoli: «Va chiarito con la Rai come mai i direttori di reti o di testate decidano da soli chi invitare. Sulla par condicio lo sgarro c’è, è palese ed è grave». Immediatamente tutti hanno visto in quelle parole un attacco di Zavoli a Monti. Poi una nota della Vigilanza ha spiegato i termini della dichiarazione: «Il presidente Zavoli non ha mai fatto riferimento al presidente del Consiglio Mario Monti, nel corso della lunga seduta odierna della Commissione dedicata all’approvazione del regolamento per le prossime elezioni, come possono testimoniare i numerosi deputati e senatori presenti». In un secondo, ulteriore chiarimento Zavoli ha concluso: «Ora l’azienda ha un regolamento al quale attenersi. Mi faccio testimone della responsabilità dei vertici Rai, ai quali non si possono addebitare le inadempienze lamentate nella fase di avvio del dibattito elettorale. In questo quadro alcune valutazioni di carattere generale da me svolte sono state attribuite a casi particolari, peraltro meritevoli di un franco, risoluto richiamo». Viale Mazzini ha scelto di non commentare le parole del presidente della Vigilanza.
Tra lunedì e martedì il regolamento verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e diventerà vincolante per la Rai (mentre dal 25 gennaio scatterà la par condicio per tutti i network). Le conferenze stampa nel periodo preelettorale riguarderanno non solo i leader delle coalizioni ma anche le liste che a quelle coalizioni si riferiscono. Il regolamento prevede due fasce orarie per le tribune politiche elettorali: una tra le 17 e le 19 e una seconda tra le 7 e le 9 (una novità assoluta). Invece per le conferenze stampa sia dei leader che delle liste si indica la fascia tra le 21 e le 22.30. Non sono escluse sovrapposizioni nel periodo di Sanremo (12-16 febbraio): toccherà alla Rai equilibrare tempi e spazi in palinsesto. Così come toccherà a viale Mazzini riequilibrare la presenza tra candidati uomini/donne per un emendamento di Flavia Perina, Fli. La Vigilanza di ieri ha sottolineato nuove spaccature. Alessio Butti, ora «Fratelli d’Italia-Centrodestra nazionale», ha polemizzato con i suoi ex colleghi del Pdl parlando di «testacoda» in occasione di un voto sfavorevole dei berlusconiani a un suo emendamento destinato proprio a contenere la presenza di Monti sugli schermi della tv pubblica.
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