Vendola: “Con le parole del Vangelo combatto la rendita finanziaria e voglio meno povertà ”

by Sergio Segio | 9 Gennaio 2013 11:38

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ROMA — Il giorno dopo la battuta sui ricconi da mandare all’inferno Nichi Vendola è soddisfatto. Il «vetero-leninista», come lo bolla Casini, non solo non è pentito ma rilancia citando il Vangelo: «E’ più facile che un cammello passi per la cruna dell’ago piuttosto che un ricco entri nel Regno dei cieli». Se lo dice il Vangelo, «che forse Pier mastica poco», potrà  dirlo anche il leader di Sel che i ricchi in fuga dalle tasse, leggi Gerard Depardieu, meritano l’inferno?
Vendola, una volta per tutte, i ricchi devono piangere?
«Ma no, certo che no. Io non ho nessuna concezione moralistica della ricchezza, nessuna invidia sociale. Ho risposto ad una domanda su Depardieu, uno che espatria, cambia nazionalità , per difendere il suo censo e si infila dritto nelle braccia di Putin. Le pare che non si possa evangelicamente dire di uno così che vada pure all’inferno? Mi sorprende e diverte la reazione di tutti i cultori del patriottismo, quelli che si gonfiano il petto e si riempiono di gagliardetti…».
Non svicoli. L’accusano di “fondamentalismo anticapitalista, di pauperismo”.
«Gli estremisti sono loro, sono quelli che difendono il mondo della rendita finanziaria».
Ma lei con i cosiddetti ricchi ha un rapporto sereno o no?
«Solo chi segue la mia storia con scientifica disonestà  mi può inserire nella cultura massimalista e pauperistica. E’ esattamente il contrario. Io pongo un tema classicamente liberale: il fisco come punto di riequilibrio.
Mi accontento di far vivere il criterio costituzionale che stabilisce la progressività , che semplicemente dice: chi ha di più dà  di più».
Non occorre per questo mandare al diavolo nessuno.
«Infatti, io mando al diavolo solo chi pensa che il denaro è la sua patria, chi non vede cosa c’è in strada, le vecchie e nuove povertà ».
Le piacque a suo tempo il manifesto di Rifondazione, lo yacht in primo piano e la scritta “Anche i ricchi piangano”?
«Mai piaciuto».
Eppure la sua battuta sui ricchi all’inferno sembra rievocare un tic di famiglia…
«Guardi che la guerra di classe nel nostro Paese c’è ma è contro i più poveri, contro il ceto medio. Tra le fiamme dell’inferno ci sono finiti i lavoratori e un’intera generazione di precari. L’Imu sulla prima casa è una patrimoniale alla rovescia. Ai tecnici è sembrato tecnicamente più facile tassare i poveri mentre sembra sempre tecnicamente difficile tassare gli attivi finanziari. E adesso l’Europa ci prende a sberle per l’iniquità  dell’Imu…».
Ammetterà  che la sua sortita ha avuto un alto tasso di sgradimento.
«Mi rendo conto che sono monitorato momento per momento ma sono solo il paravento di una battaglia politica durissima. C’è chi vuole impedire la fine della stagione populista e l’avvio di una stagione di riformismo vero, quello che coniuga diritti civili e giustizia sociale. La destra ha fatto la guerra ai poveri, Noi vogliamo fare la guerra alla povertà ».
Renzi le ricorda che voi di Sel avete una grande responsabilità , quella di non far perdere la sinistra un’altra volta.
«Battuta che si poteva risparmiare. Il centrosinistra l’ho fatto vincere anche dove non aveva mai vinto».

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