Vendola chiude: alternativo al premier

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ROMA — Apre a Mario Monti e Pier Ferdinando Casini, anche se solo per «collaborare alla riforma dello Stato». Ma apre anche ad Antonio Ingroia, perché «è una personalità  con la quale discutere». Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia e leader di Sinistra ecologia libertà , ieri ha spiegato a L’intervista di Sky Tg24 quale sarà  il suo atteggiamento post elettorale. Fermo restando, ha ribadito, che «il centrosinistra si candida per vincere e governare». Però poi naturalmente in questa fase nessuna ipotesi può essere esclusa, e dunque bisogna sì dire «cose di sinistra», ma contemporaneamente anche rassicurare l’elettorato.
Dunque, dice Vendola, «se il centrosinistra sceglie Monti come alleato di governo, dovrà  rinunciare al contributo di Sel. Io sono alternativo alla presenza dei conservatori». Per esempio, «sarà  impossibile anche solo immaginare una maggioranza in cui siamo insieme io e Paola Binetti che, lo dico con tutto il rispetto, è la tipica espressione di una cultura integralista che disvela le ambiguità  dell’alleanza radunata intorno al professor Monti».
Il modello Binetti, per chiarire, si opporrebbe drasticamente a estendere alle coppie gay la libertà  di adottare un bambino. Ma anche Vendola in fondo si mostra cauto su questa materia: proporre una legge di questo genere «rientra nelle prerogative di un partito», però «non è nel programma di governo» e «non tirerò Bersani per la giacchetta. Non vivrò il mio ruolo come quello che, avendo sentito le parole di Bersani, dirà  “più uno”. Né sarò quello che metterà  continuamente in fibrillazione l’esecutivo»: al contrario, afferma, gli italiani devono poter essere sicuri che «il centrosinistra garantisce stabilità ». Insomma, «c’è un minimo comun denominatore fra Sel e Pd, il minimo che dobbiamo all’Italia è uscire dal Medioevo, dare riconoscimento alle coppie di fatto, dotarci di una legge contro la violenza omofoba». Il «massimo», invece, per il momento resta aleatorio.
Il presidente della Puglia continua sottolineando quanto sia importante il suo partito per la coalizione: «Ho fatto vincere il centrosinistra in luoghi dove aveva sempre perso, ho contribuito alla vittoria della Puglia e a Milano»; e ripete che il centrosinistra «ha il diritto di governare senza ipoteche e senza badanti. Il centrosinistra si candida per vincere e governare. Monti e Berlusconi si candidano per provare ad azzoppare la coalizione e per tentare di rientrare nella partita». Tutto ciò sapendo comunque sin da ora che nella prossima legislatura «bisognerà  collaborare con Monti, con Casini e con le forze centriste e insieme occuparsi della riforma dello Stato, sulla quale occorrerà  trovare dei punti di compromesso».
Inoltre, per quanto riguarda ancora Casini, Vendola non promuove l’eventualità  che diventi prossimo presidente del Senato, però neppure la boccia: «Vedremo». Mentre, aggiunge, «non lo vorrei come ministro».
Dove colpisce senza mezzi termini è invece contro Silvio Berlusconi e Beppe Grillo: «Sono complementari e rappresentano un magma di subcultura populista. Ora con Grillo che apre a Casa Pound siamo di fronte all’epifania». Complementari, ma forse con la differenza che Berlusconi «è il fantasma dell’Opera», che «da decenni è un successo a Broadway» e perciò «attenti a non sottovalutare il fenomeno: non vincerà , ma sbaglia chi lo sottovaluta».
Toni del tutto diversi — si diceva — verso Ingroia, il candidato a Palazzo Chigi per Rivoluzione civile e considerato da Vendola come «personalità  con la quale discutere». Un’apertura che viene accolta con soddisfazione dall’ex pm: «Ringrazio Nichi Vendola per l’ulteriore segnale di attenzione e di apertura, augurandomi che possa favorire un clima di dialogo con il centrosinistra. Ribadisco che per noi è aperta la porta del dialogo a sinistra con le forze che lavorano per la legalità  e la giustizia sociale».


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