Vendola apre a Monti: “Alleati sì ma non insieme nel governo”

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ROMA – Nichi Vendola chiude le porte del possibile futuro governo di centrosinistra a Mario Monti. Ma non esclude che il Professore e il suo movimento possano appoggiare in Parlamento un esecutivo guidato da Pier Luigi Bersani. Parole che possono apparire da un lato come un no al Professore e dall’altro come un’apertura ad una possibile alleanza. Il leader di Sel sulla presenza nell’esecutivo del Professore sembra non avere dubbi: «Non si può impedire ad Enrico Letta di chiedere l’appoggio di Monti al governo Bersani. – dice il governatore della Puglia – «Ma – aggiunge Vendola – una cosa è il sostegno al governo, altra cosa è appartenere allo stesso governo. Come si fa a spiegare all’Italia che nello stesso governo ci sono Sel e Fini e Casini?». Parole che però a sinistra del Pd e di Sel vengono lette come la conferma di un accordo fra il centrosinistra e Monti. «Le parole di Vendola – accusa Paolo Ferrero, segretario di Prc – dimostrano con ogni evidenza che il governo Monti-Bersani c’è già ».
Vendola però sa benissimo che il problema dei numeri per governare, soprattutto a Palazzo Madama, esiste. Anche se spiega di ritenere «prematuro discutere di cosa avverrà  al Senato. Quest’ultima discussione serve solo a pilotare un dibattito inutile. Noi di Sel – dice – vogliamo costruire dal governo dell’Italia un’altra politica». Infine accusa Monti e Berlusconi di volere «impedire la vittoria del centrosinistra» di voler «azzoppare» Bersani.
Ma il leader di Sel fa professione di ottimismo e dice di pensare «che il centrosinistra vincerà  in maniera completa». Per questo chiede agli elettori «il voto utile: il centrosinistra deve vincere pienamente e governare, non deve essere eterodiretto». Nel frattempo annuncia che deciderà  di lasciare il suo incarico di governatore «sulla base degli interessi della mia regione, sulla chiusura delle pratiche in corso. Non trascurerò nessun dossier, farò quello che serve fino all’ultimo momento utile, e poi mi dimetterò».
Infne, Vendola non esclude una sua presenza in futuro governo di centrosinistra. Magari al ministero del Lavoro. «Se saremo chiamati al governo lo faremo con pienezza. Con un coinvolgimento fino in fondo. Per noi la sfida è proprio questa», spiega il leader di Sel.
Dunque l’obiettivo di Vendola è quello dell’autosufficienza parlamentare. Un obiettivo che si pone anche Bersani. Ma con accenti diversi. Il segretario del Pd si dice sicuro che il centrosinistra vincerà  anche al Senato. «L’Italia ha diritto ad avere qualcuno che in Parlamento abbia il 51 per cento. – dice Bersani – Per quanto mi riguarda, sono convinto che alle elezioni il 51 per cento ci sarà ». Una speranza che nutre anche Fabrizio Barca. «Faccio il tifo per Bersani. – dice il ministro della Coesione territoriale – Spero che ci sia un governo stabile e che Bersani e Vendola raggiungano la maggioranza sia alla Camera e al Senato». Barca però annuncia che non si candiderà  e che vorrebbe lavorare al partito.
Il leader del centrosinistra professa quindi una vocazione maggioritaria, ma aggiunge che la sua coalizione non mira a chiudersi nel recinto dei numeri della possibile maggioranza di governo «Se toccasse a me, – spiega Bersani – ragionerei come se fosse il 49 per cento e cercherei di avere un confronto con quelle forze che rifiutano le posizioni di destra e populiste». Dunque rispetto a Vendola, siamo di fronte ad un’apertura alla partecipazione dei centristi al governo.
Questo non significa però rinunciare alla polemica sulla “salita” in campo di Monti. E su questo tema il segretario del Pd introduce un nuovo tema: la correttezza dei conti del governo. «Nel 2013 – spiega – dovremo valutare se l’obiettivo di pareggio di bilancio sia stato raggiunto o meno. Vedremo quanta polvere è stata messa sotto al tappeto, bisognerà  fare il punto della situazione. Siamo usciti dal baratro, ma non abbiamo risolto tutto. Il 2013 sarà  un anno ancora difficile».


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