Un cavallo di Troia chiamato Al Gore

Loading

NEW YORK. Nemmeno la primavera araba, un paio di ben orchestrate campagne mediatiche, l’apprezzamento di Hilary Clinton (quelle che trasmettono sono autentiche notizie, non liti tra gente che parla di nulla, aveva detto il segretario di stato) e il rispetto dichiarato dell’establishment giornalistico di qui erano riusciti a portare a Al Jazeera nei salotti Usa. Fino a ieri, infatti, Al Jazeera English, la sussidiaria in lingua inglese della rete all news del Quatar, fondata nel 2006 con l’idea di fare concorrenza a Bbc e Cnn internazionali, era visibile solo via internet, in streaming e, alla tv, in zone ristrette di New York e Washington. «Arriveremo in Usa» aveva garantito il direttore di rete Al Anstely nell’agosto del 2011, dopo la firma dell’accordo per il mercato newyorkese. Ed è con una mossa decisamente più aggressiva che Aje tenta per l’ennesima volta di sconfiggere l’ostracismo assoluto che gli è finora stato riservato dagli operatori del cavo e del satellite a stelle e strisce. Lo fa acquistando per la cifra (ritenuta altissima rispetto al valore della proprietà ) di 500 milioni di dollari Current TV, creata dall’ex vicepresidente americano e ambientalista Al Gore. Concepita come fonte d’informazione indipendente (un alternativa più idiosincratica, sperimentale, alla «sinistra» corporate di Msnbc), Current Tv non ha mai decollato (nemmeno per il breve periodo in cui ha usufruito del contributo del fiammeggiante ex anchor Msnbc Keith Olberman). È un canale che non ha trovato una sua fisionomia, dagli indici d’ascolto bassissimi e ritenuto da tempo sull’orlo del fallimento, ma che significa accedere agli schermi di quaranta milioni di americani.
Potendo contare su redazioni già  funzionanti a New York, Washington, Los Angeles, Chicago e Miami, Al Jazeera America (ma non è ancora chiaro se questa sarà  la tua denominazione ufficiale…) avrà  i suoi uffici a New York. Secondo le anticipazioni date da Brian Stelter, sul Ny Times, il 60% dei suoi programmi sarà  prodotto negli Usa mentre il restante 40% arriverà  direttamente da Al Jazeera English.
L’obbiettivo è quello di collocarsi e competere sullo stesso mercato di Cnn, la meno apertamente ideologica delle tre reti Usa dedicate alle news e anche quella che oggi ha i ratings più bassi. Più centrata sul reportage e l’accesso alla notizia, che sul giornalismo d’opinione che caratterizza FoxNews e Msnbc, Al Jazeera ricorda infatti più la «vecchia», agile, Cnn di Ted Turner che quella confusa e iperaccessoriata di oggi. Non ha tardato, non a caso, a farsi sentire la risposta di Time-Warner, il secondo più importante operatore cavo degli States, e il proprietario di Cnn, che ha già  annunciato la sua intenzione di rimuovere la nuova creatura dell’emiro Khalifa al Tani dalla rosa di canali disponibili ai suoi abbonati.
Rivalità  diretta a parte (solo il mese scorso Tim Warner ha firmato un accordo che permette alla Bbbc di accedere a 25 milioni di schermi americani), l’antipatia nei confornti di Al Jazeera da parte di chi controlla la griglia distributiva della tv Usa è storica. L’amministrazione di George W. Bush ne aveva fatto uno spauracchio, dipingendola come un veicolo di propaganda antiamericana se non addirittura un portavoce di Al-Qaeda. Anche se, quando gli americani avevano colpito le sedi di al Jazeera in Afghanistan e Iraq, durante le rispettive guerre, il suo governo aveva dichiarato che si era trattato di un incidente.
Le tensioni aperte, e raccontate anche nel bel documentario Control Room, realizzato nel 2004 dalla regista di origine egiziana Jehane Noujiam, avevano cominciato ad affievolirsi verso la fine della seconda amministrazione Bush, ma dietro alle quinte, la diffidenza non è mai diminuita molto.
Forte di un folto gruppo di lobbisti washingtoniani, Al Jazeera non a caso conduce da anni una campagna per affermare la sua rispettabilità  di istituzione mediatica, il valore del suo reporting, e così accedere al mercato americano. Notato e spesso citato anche da organizzazioni giornalistiche Usa, il suo coverage della primavera araba nelle piazze tunisine ed egiziane (più aggiornato, vario e in profondità  di quello di Cnn e degli altri) era stata l’occasione per indire una campagna in cui si invitavano gli spettatori a scrivere a distributori come Comcast e Direct Tv per richiedere l’inclusione di Al Jazeera English nel proprio pacchetto di canali Tv. Alla campagna erano seguite alre missioni diplomatiche a Washington di Al Anstey e altri executive. Ma erano approdati a poco.
È ironico che, alla fine, il cavallo di Troia che permetterà  l’ingresso ufficiale di Al Jazeera nel mercato televisivo americano sia stato proprio l’uomo a cui Bush Jr. ha rubato la Casa bianca. Dalla vendita di Current TV Al Gore dovrebbe guadagnare una cifra che si aggira intorno ai 100 milion di dollari…


Related Articles

Confalonieri ad alta frequenza

Loading

«Il no al beauty contest scelta politica». Monti difende Passera. il Pdl: ministro mediocre e ambiguo

Monti: «Fondamentale una stampa libera e indipendente» I parametri per ripartire il fondo: numero dei giornalisti e diffusione

Loading

Editoria, il premier: «Ora criteri oggettivi per i contributi»Sul Fondo, passato dai 138 milioni del 2011 ai 53 del 2012, il premier rassicura: «Non lo cancelleremo, ma per assegnarlo sarà  valutato l’effettivo impegno dei giornalisti e la reale diffusione delle testate»

Ue contro Facebook, la battaglia della privacy

Loading

  Rene Mansi

La Commissione europea vuole garantire agli utenti dei social network il diritto a cancellare per sempre tutte le informazioni che li riguardano. Se per molti è una decisione ammirevole, per i colossi di internet e i sostenitori della libertà  d’espressione è un atto di censura.

No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment