Tanti ex an restano fuori E si apre il problema Fitto

by Sergio Segio | 22 Gennaio 2013 7:44

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ROMA — Si chiamano «catapultati» e ogni volta che atterrano in un collegio provocano piccole scosse telluriche. Ma una sorta di bradisismo più o meno intenso ha interessato buona parte delle liste del Pdl. Turbolenze causate da «trombati» eccellenti, da innesti spericolati e rivolte dei dirigenti locali. Dalle Marche all’Abruzzo, dalla Liguria alla Toscana, dalla Lombardia alla Calabria, sono molti i casi. A cominciare dall’esclusione degli ultimi ex an restati nel Pdl: nessun posto in lista per Andrea Ronchi, Adolfo Urso e Pasquale Viespoli (salvi invece Andrea Augello e Barbara Saltamartini). Tanto che Mario Landolfi arriva a parlare di «pulizia etnica». E Viespoli: «Non partecipo al suicidio del centrodestra». Un caso quello degli ex an, come è un caso quello che accade in Puglia, dove il capolista alla Camera, il governatore Raffaele Fitto, è stato raggiunto dalla notizia della richiesta di una condanna a 6 anni e 6 mesi per corruzione, finanziamento illecito, peculato e abuso d’ufficio, in un’inchiesta sugli appalti.
Il «direttorissimo» Augusto Minzolini è planato come numero 2 al Senato in Liguria, regione dove la composizione delle liste ha scontentato tutti, a partire dagli scajoliani. L’ex direttore del Tg1, accusato di peculato per le spese con la carta di credito aziendale, ha accolto con sollievo la candidatura: «Mi sentivo emarginato, come se qualcuno mi avesse messo il bavaglio: ora finalmente potrò dire la mia». Il coordinatore regionale Michele Scandroglio ha protestato contro «un’invasione eccessiva e inopportuna». Per Angelo Vaccarezza, presidente della Provincia di Savona, «questa terra è diventata l’Abissinia del partito, con i coloni Minzolini e Lainati».
In Piemonte, nella prima circoscrizione del Senato, ecco il romanissimo Daniele Capezzone. Non è l’unico che ha scarsa dimestichezza con il Piemonte: ci sono anche Elio Vito, Annagrazia Calabria e Bruno Archi.
Rientra la protesta nelle Marche, dove il deputato uscente Remigio Ceroni aveva annunciato il ritiro dalla politica, avendo visto «le Marche massacrate». Ieri Ceroni è tornato in lista. Ma rientrata la sua protesta, è arrivata quella del coordinatore di Pesaro-Urbino Alessandro Bettini, che a sorpresa ha ritirato la candidatura.
La presenza di Domenico Scilipoti e Antonio Razzi, i due ex idv decisivi per la sopravvivenza del governo Berlusconi, ha provocato più di una protesta. La riconoscenza berlusconiana è valsa un posto in Calabria a Scilipoti, dirottato dall’Abruzzo dopo le proteste. Posto numero 6: poltrona non garantita. Ancora più in bilico quella di Razzi, in Abruzzo. Il governatore Giovanni Chiodi ha protestato, l’ex idv ha fatto valere la residenza a Pescara, ma è sceso al quarto posto in lista. Infuriato il presidente del consiglio regionale, Nazario Pagano, che parla di «sfregio».
Proteste anche in Toscana. E in Emilia-Romagna, dove è candidato l’ex sindaco socialista di Roma Franco Carraro. Proprio l’uomo che, da presidente della Fgci ai tempi di Calciopoli, fu accusato dai tifosi del Bologna per la retrocessione della squadra. Esclusi parlamentari storici come gli ex an Filippo Berselli e Fabio Garagnani. Fuori anche Giampaolo Bettamio.
Forte malumore in Lombardia, dove ci sono innesti poco graditi. Come Alessia Ardesi, una giovane che lavora al Mattinale del Pdl. Nella stessa redazione cara a Berlusconi lavora anche Giovanna Del Giudice, ex meteorina. Ma in Lombardia i malumori riguardano anche l’arrivo di Salvatore Sciascia, condannato a 2 anni e 6 mesi per la corruzione di alcuni ex colleghi della Guardia di Finanza. C’è anche Lucio Barani, craxiano a tal punto da erigere una statua a Bettino. Altro caso a Brescia, per Giuseppe Romele, indagato per false dichiarazioni. È un caso anche la candidatura di Antonio Verro, attuale componente del Cda Rai.
E se in Campania, dopo l’esclusione di Cosentino, è stato caos liste, nell’elenco di Grande Sud spunta la nipote di Mara Carfagna, Maria Rosaria. Tra le new entry del Pdl ci sono la giornalista Romana Liuzzo e il chirurgo plastico del Cavaliere Maria Rizzotti.

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