Spese pazze in Lombardia, tocca all’opposizione

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MILANO — Casi che gridano vendetta, finora, non ne sono stati notati. Niente di paragonabile al pranzo nuziale pagato alla figlia dal consigliere leghista Stefano Galli o alla lingerie e ai profumi contestati dalla procura di Genova ai consiglieri liguri dell’Italia dei Valori. Ma di spese improprie, ce ne sono anche nei bilanci dei rappresentanti dell’opposizione al Pirellone scandagliati dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dai sostituti Antonio D’Alessio e Paolo Filippini. E per questo, dopo aver analizzato la documentazione acquisita dalla Guardia di finanza, i pm hanno proceduto alle prime iscrizioni nel registro degli indagati. Il reato è peculato, lo stesso contestato — nello stralcio di un’inchiesta per corruzione a carico dell’ex assessore regionale Pdl Franco Nicoli Cristiani — a 62 membri del Pdl e della Lega che hanno già  ricevuto, nei mesi scorsi, l’invito a comparire dalla procura.
Ai consiglieri di minoranza, invece, l’atto di garanzia potrebbe essere notificato già  oggi. Tra gli indagati — una ventina — figurano di sicuro esponenti del Partito democratico. Ma nel mirino degli investigatori, che fino a ieri sera erano al lavoro per selezionare le posizioni penalmente rilevanti, ci sono anche i rappresentanti dell’Idv, di Sel, dell’Udc e l’unica consigliera del partito Pensionati, Elisabetta Fatuzzo, ora candidata alla Camera per il Pdl.
Gli importi contestati sono generalmente più bassi di quelli scoperti nei conti del centrodestra. Ma se non figurano acquisti del tutto incongrui, come i videogiochi acquistati da Renzo Bossi o i lecca lecca di Pierluigi Toscani, su molte spese la “finalità  istituzionale” va quanto meno spiegata. Ad esempio, i 960 euro spese in cadeau dal Pd nel giorno della festa della Donna. O i 134 euro per le cialde del caffè e i 250 euro per un pranzo a un sushi bar spesi da Sel. Oppure, ancora, i 431,20 spesi dall’Idv per il Ficus Robusta e le altre piante comprate per arredare gli uffici del gruppo regionale. Sel e Idv hanno già  reso noto alla stampa le loro spese. Il Pd le ha pubblicate sul suo sito Internet, alla voce trasparenza. Ora, però, sono consultabili solo quelle del 2013,. Come la fattura da 424 euro per le consumazioni al bar del novembre 2012. Fino a pochi giorni fa figuravano spese per 10mila euro tra catering, coffee bar e consumazioni bar, 500 euro per servizi fotografici, spese per libri che potevano variare dai 2670 euro spesi da Carlo Spreafico per pubblicare “Tramonto Celeste, Alba democratica” (pamphlet sulla fine politica di Formigoni) ai 9360 euro,
investiti da Carlo Borghetti nella stampa de “I miei primi due anni in consiglio regionale”.
«È giusto che la magistratura approfondisca — commenta il capogruppo democratico Luca Gaffuri — ma non troveranno spese per cartucce da caccia o per banchetti di nozze». Il centrodestra, però, non si lascia sfuggire l’occasione. «Ma guarda — commenta su twitter Roberto Maroni — tutta gente che ci faceva la morale». Cinguetta con sarcasmo anche Roberto Formigoni, approfittandone per colpire Umberto Ambrosoli, il candidato del centrosinistra alla carica di governatore: «Aveva giurato di non volere indagati in lista. Ora le sue liste ne sono piene». Ambrosoli chiede «chiarezza» e propone «un taglio netto: vanno cambiati alla radice i regolamenti che governano la gestione dei gruppi in consiglio regionale. Abbiamo già  inserito regole rigidissime nel nostro codice etico-comportamentale».


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