by Sergio Segio | 17 Gennaio 2013 15:16
ROMA – Nel 2012 ha tirato una brutta aria. Non solo in senso metaforico, ma anche reale. Stando al dossier “Mal’aria” presentato oggi da Legambiente, i principali centri urbani del paese hanno tutti sforato i livelli di polveri sottili (Pm10). In testa per smog, Alessandria, Frosinone e Cremona, ma sono ben 51 città su 95 ad aver superato il ‘bonus’ di 35 giorni all’anno con un valore giornaliero medio superiore ai 50 microgrammi per metro cubo previsti dalla normativa.
Ragionando per aree geografiche, la Pianura Padana si conferma “zona critica” con 18 città tra le prime 20, ma lo smog, denuncia l’associazione ambientalista, pone seri rischi per la salute in tutta Italia. Tra le prime 10 città della classifica “Pm10 ti tengo d’occhio” ci sono infatti anche Milano, con 106 giorni di superamento dei limiti di legge, e Torino[1], con 118. Situazione molto critica anche a Parma.
Ma non è solo il nord a soffrire di cattiva qualità dell’aria: al ventesimo posto si piazza Napoli (85 giorni), seguita da Cagliari (64), Pescara (62), Ancona (61), Roma (57) e Palermo (55). Secondo il rapporto di Legambiente lo smog (Pm10 e Pm 2,5), ossidi di azoto (Firenze, Torino, Milano e Roma sono ai primi posti), ozono (prime le città del nord, da Mantova a Lecco), e la rumorosità (i decibel più alti tra le grandi città si hanno a Roma, Milano, Genova e Napoli) “minano salute e sicurezza dei cittadini”; per questo sono necessari “interventi immediati per città più vivibili, moderne e sicure”.
“Il 2012 si chiude con una conferma sugli elevati livelli di inquinamento atmosferico che respiriamo nelle città italiane e lo smog è destinato a caratterizzare anche l’anno appena cominciato”, commenta la direttrice generale di Legambiente Rossella Muroni. “E a chiedere all’Italia misure risolutive per ridurre l’inquinamento atmosferico a fine anno – ricorda – è stata pure l’Europa con una sentenza della Corte di giustizia nei confronti del nostro paese”. “Evidentemente – aggiunge Muroni – il problema dell’inquinamento e delle città invase dal traffico non può più essere affrontato in maniera parziale e limitata”.
A preoccupare la Comunità europea e i cittadini italiani, non è solo l’inquinamento atmosferico, ma anche gli elevati livelli di rumore a cui siamo quotidianamente esposti nelle città . Uno studio commissionato dal Ministero dell’Ambiente olandese all’istituto di ricerca indipendente TNO mette in risalto che l’inquinamento acustico prodotto dal traffico causa danni al 44% della popolazione UE e costa 326 miliardi alla sanità comunitaria. In testa alal classifica delle città più rumorose c’è Bari. I danni provocati vanno dall’aumento della pressione fino ai problemi cardiaci, dall’ipertensione all’insonnia. L’inquinamento acustico nelle più grandi città d’Europa è monitorato dall’agenzia europea per l’ambiente (EEA).
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