Redditometro, tutti gli «sconti» del Fisco

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ROMA — Franchigie e esenzioni. Sul nuovo Redditometro, che secondo Silvio Berlusconi «spaventa i cittadini» e per Pierluigi Bersani «non è risolutivo contro l’evasione», l’Agenzia delle Entrate dovrebbe diffondere oggi maggiori spiegazioni per allentare la tensione che si sta creando intorno all’attuazione dell strumento.
Qualche elemento dovrebbe essere tratteggiato nell’incontro che il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, avrà  oggi con il premier Mario Monti.
Ma intanto possiamo anticipare alcune considerazioni di base. Partendo dal fatto che gli accertamenti sintetici previsti dal Fisco per quest’anno saranno 35 mila e dunque i controlli con il Redditometro potrebbero essere circa 70 mila su una platea di 40 milioni di contribuenti. Non una campagna a tappeto, dunque.
Il Fisco non avrebbe intenzione di prendere di mira particolari beni-simbolo, come in passato è avvenuto con le imbarcazioni di lusso o i Suv. Tra gli obiettivi invece c’è quello di far emergere redditi non dichiarati che consentono all’evasore di fruire di agevolazioni di natura sociale, rimediando in questo modo a una doppia ingiustizia. Quando sarà  emanato il relativo regolamento, di certo entro fine anno, sotto la lente del Fisco finiranno anche i movimenti finanziari dei contribuenti che verranno trasmessi dagli operatori finanziari.
Come si è già  detto solo se il reddito complessivo accertato dal Fisco supererà  del 20% quello dichiarato, scatterà  la richiesta di chiarimenti, che non è ancora un accertamento (che partirà  solo se le spiegazioni del contribuente non avranno convinto).
Ma come si calcola questo scostamento del 20%? L’Agenzia delle Entrate ha fornito in merito un’interpretazione autentica spiegando che la percentuale del 20% va riferita al reddito dichiarato non a quello accertato. Facciamo un esempio: se il Fisco, in base alle proprie verifiche, attribuisce a un contribuente un reddito di 100 mila e questi ne ha dichiarati 82 mila, il 20% va calcolato su quest’ultima cifra. Dunque nel caso in oggetto essendo quel 20% pari a 16.400 euro e lo scostamento pari a 18 mila euro, dunque superiore, il Fisco procederà  alla richiesta di chiarimenti.
Al contribuente a questo punto conviene sapere quali sono i redditi esenti, soggetti a ritenuta alla fonte o comunque legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile, che possono consentirgli di spiegare la disponibilità  di un maggior reddito rispetto a quello dichiarato.
Tra questi ci sono i redditi legalmente esclusi dalla base imponibile poiché tassati in percentuale inferiore al reale realizzo, come i dividendi, o quelli tassati in misura forfettaria, come i redditi fondiari o i diritti d’autore (tassati solo al 75%). Ad esempio per i terreni concessi in locazione in regime non vincolistico il proprietario deve dichiarare solo il reddito dominicale rivalutato dell’80%. In questi casi sarà  il canone effettivamente riscosso ad essere preso in considerazione.
Per i redditi da lavoro dipendente, le somme corrisposte a titolo di Tfr o di arretrati riferiti ad anni precedenti non vengono indicati nella dichiarazione, perciò ricordarli al Fisco può essere risolutivo.
Allo stesso modo ricordiamo che ci sono redditi totalmente esenti, come le borse di studio; i compensi non superiori a 7.500 euro derivanti da attività  sportive dilettantistiche; le pensioni, gli assegni, le indennità  di accompagnamento e gli assegni erogati ai ciechi civili, ai sordomuti e agli invalidi civili; le pensioni sociali; le rendite Inail, esclusa l’indennità  giornaliera per inabilità  temporanea assoluta; l’assegno di maternità , previsto dalla legge 448/1998, per la donna non lavoratrice.
Antonella Baccaro


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