by Sergio Segio | 29 Gennaio 2013 7:52
NEW YORK – «Per troppo tempo abbiamo voluto che questi immigrati clandestini curassero i nostri giardini o i nostri figli, e ci servissero al ristorante, negandogli i diritti essenziali». È l’antico avversario John McCain che parla, ma il linguaggio potrebbe essere di Barack Obama. Il presidente lo ha promesso una settimana fa all’Inauguration Day: l’America sarà più accogliente verso gli immigrati. Ha evocato un percorso per la regolarizzazione degli 11 milioni di clandestini. Ora l’agenda del presidente diventa raggiungibile. Parte dal Senato di Washington un disegno di legge bipartisan che accoglie molte indicazioni della Casa Bianca. Si apre uno storico cantiere di riforma, fino a ieri impossibile, per restituire l’American Dream a coloro che ne erano rimasti emarginati.
La vera novità sta nella svolta del partito repubblicano, diventato più disponibile (almeno per una parte) come dimostra McCain. È la diretta conseguenza della vittoria di Obama il 6 novembre scorso. Votato al 71% dagli ispanici e dagli asiatici: ha scatenato un ripensamento nei ranghi della destra, che rischia di trovarsi «dalla parte sbagliata della storia». Con o senza sanatorie per i clandestini, il peso delle minoranze etniche cresce. Se i repubblicani restano il partito anti-immigrati rischiano di diventare strutturalmente minoritari.
Il primo aspetto del nuovo disegno di legge al Senato è la possibilità per i clandestini di regolarizzare il proprio status senza dover per questo ritornare prima nei propri paesi d’origine. Stop alle deportazioni. Una concessione indigesta alla frangia più conservatrice dei repubblicani che l’equiparano a «un’amnistia». Di queste resistenze si fa portavoce Lamar Smith, deputato repubblicano del Texas: «L’amnistia incoraggerà un numero ancora superiore di clandestini a venire in America». Tra gli altri contenuti del disegno bipartisan c’è un «percorso esigente ma equo» verso la cittadinanza Usa, per i clandestini. La Green Card (permesso di residenza) verrebbe concessa più facilmente agli immigrati che ottengono presso università americane una laurea in matematica, ingegneria e scienze. Un nuovo sistema di controlli sposterebbe sui datori di lavoro la responsabilità per le assunzioni di stranieri non in regola. Verrebbe creato un nuovo tipo di visti per mestieri nei quali vi è una penuria di manodopera americana. Altre misure andranno a rafforzare i controlli alle frontiere: lo stesso Obama ha offerto questa come una contropartita per la regolarizzazione degli immigrati clandestini già presenti negli Stati Uniti.
La presentazione del disegno di legge, co-firmato da otto senatori di entrambe i partiti, è avvenuta ieri non a caso. Oggi Obama farà a Las Vegas un importante discorso sull’immigrazione. Le idee di Obama si rispecchiano nel progetto del Senato: in particolare la possibilità offerta a quegli stranieri non in regola con il visto o la Green Card, ma senza reati o altre infrazioni a carico, di legalizzare la propria posizione pagando una multa e tutte le tasse arretrate dovute al fisco americano. Il progetto punta a «creare un nuovo sistema che possa durare stabilmente in futuro», adeguato cioè a gestire i flussi migratori imponenti per molti anni a venire. Sul fronte dei controlli, dovrebbe vedere la nascita un metodo unificato a livello nazionale per la verifica delle identità al momento dell’assunzione: oggi infatti una parte dei clandestini sono impiegati (e sfruttati) da imprese che conoscono perfettamente la loro posizione; ma un’altra parte degli stranieri irregolari esibisce delle Green Card fasulle che non tutti i datori di lavoro sono in grado di controllare. Anche le tecnologie in dotazione negli aeroporti saranno ammodernate per costruire un sistema che verifichi in tempo reale entrate, uscite, ed eventuali permanenze non regolari dei detentori di visti temporanei.
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