Pomigliano, nessun passo indietro mobilità confermata per 19 operai
POMIGLIANO — Nulla di fatto. Si conclude con una fumata nera il secondo e ultimo round tra Fiat e sindacati in presenza della Regione Campania sui 19 operai che Marchionne intende mettere in mobilità in risposta al reintegro dei 145 iscritti Fiom, partendo dai primi 19, ordinato dalla magistratura dopo il ricorso per discriminazione, motivando la procedura aperta il 31 ottobre scorso con la crisi del mercato auto.
In linea con la legge 223 sulle procedure di mobilità e licenziamenti l’ultimo arbitrato in sede istituzionale dopo quello dell’inizio di gennaio, alla scadenza dei 75 giorni dall’annuncio dell’azienda, si è tenuto ancora all’Ormel dell’Ufficio del Lavoro regionale: più una formalità , risolta in venti minuti con un verbale di mancata intesa, proprio nel giorno in cui la fabbrica “Giambattista Vico” era chiusa per la festa di San Felice, patrono di Pomigliano d’Arco. Presenti all’Ufficio regionale del Lavoro, con i funzionari della Regione, le rappresentanze sindacali di Uilm, Fim, Fismic e Ugl metalmeccanici, mentre per Fiat Italia Pomigliano c’era neo-direttore Giovanni Figliuolo e una delegazione delle Relazioni industriali guidata da Piero de Biasi. L’intesa da trovare era sulla scelta dei criteri della selezione del personale, valutati tra anzianità di servizio, mansioni e carichi familiari. Da oggi l’azienda automobilistica ha 120 giorni di tempo per decidere la messa in mobilità unilateralmente. Venuto a mancare l’accordo, l’unico criterio adottabile è l’anzianità di servizio.
Il blocco delle assunzioni di cassintegrati nella newco previsto in caso di mobilità contrasterebbe con il trend in ripresa delle ordinazioni della Panda prodotta a Pomigliano, quindi la ricerca di un accordo starebbe facendo il suo corso, secondo indiscrezioni, anche in Cgil. «C’è una palese rappresaglia dell’azienda contro l’ordinanza della Corte d’Appello di Roma», dice invece il responsabile Fiom provinciale per il settore auto Francesco Percuoco, che, certo di «un difetto nella procedura », spera «che il tribunale renda nulle le procedure di mobilità ». Oggi è fissata infatti la prima udienza per il ricorso d’urgenza presentato dalla Fiom contro l’annunciata mobilità per 19 dipendenti in coincidenza con il rientro dei reintegrati. La vicenda Fiat «mette in luce una scarsa cultura della legalità », il commento del leader di Sel, Nichi Vendola, che ha annunciato la candidatura del sindacalista Fiom Giorgio Airaudo. «Abbiamo invitato l’azienda a non procedere unilateralmente – dice il segretario nazionale Fim Cisl, Ferdinando Uliano – Gli accordi prevedevano la ricollocazione entro luglio 2013 di tutti i lavoratori. Dei 3.140, 1.400 sono ancora cassintegrati e sarà difficile che rientrino entro luglio». Questione di ore e i vertici della Fip di Pomigliano incontreranno i delegati Fiom.
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