Nuova social card a 15 mila famiglie. Guerra: “Ai beneficiari tra 3 o 4 mesi”

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ROMA – Tra tre o quattro mesi a partire da oggi i primi nuclei familiari in difficoltà  di 12 città  campione (Milano, Torino, Venezia, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Catania e Palermo) e dei comuni di tutta la regione Sicilia avranno la nuova social card, la sperimentazione voluta dal governo Monti, approvata in extremis e suggellata dalla firma del ministro dell’Economia e delle Finanze, Vittorio Grilli, venerdì scorso. Ad annunciare i tempi, il sottosegretario al welfare Cecilia Guerra che ha spiegato quali saranno i successivi passaggi della sperimentazione che vedrà  coinvolte circa 15 mila famiglie. Tra le novità , la decisione da parte della regione Sicilia di aderire in modo più ampio alla sperimentazione. “Avevamo proposto la sperimentazione alle quattro regioni del Sud rientranti nell’obiettivo Convergenza – ha spiegato Guerra -. In un primo momento avevamo avuto il via libera da tre regioni, poi alcune hanno dovuto fare delle scelte sulla riassegnazione dei Fondi europei. Hanno messo in fila le proprie priorità  e, pur riconoscendo l’importanza di questo strumento, hanno incentrato questi fondi su altro. La regione che alla fine ha aderito è la Sicilia. La sperimentazione verrà  effettuata con caratteristiche analoghe, verranno coinvolti tutti i comuni, ma sempre con un target ristretto. Si tratta di una sperimentazione che ci darà  informazioni in un contesto diverso”. Tuttavia, dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali spiegano che l’avvio della nuova Social card in Sicilia non seguirà  lo stesso corso della sperimentazione nelle 12 città . Le due social card partiranno in tempi diversi e allo stato attuale sia dal ministero del Welfare che dal ministero per la Coesione Territoriale non arrivano notizie certe sui fondi che verranno impiegati in Sicilia, né sulle date dello strumento che coinvolgerà  tutti i comuni dell’isola.

L’avvio della sperimentazione, invece, è certo, ha aggiunto il sottosegretario, nonostante le elezioni e l’arrivo di un nuovo governo.  “La sperimentazione andrà  avanti perché l’attuazione del decreto parte da subito – ha spiegato -. Ci vorranno alcuni mesi per attivare il tutto, ma andrà  avanti. Ovviamente sarà  valorizzata o meno nei suoi esiti anche in base all’orientamento che il prossimo governo avrà  in merito, ma ritengo che qualunque sia questo orientamento, i risultati saranno per forza importanti”. A blindare gli esiti della sperimentazione le tre verifiche predisposte nel decreto. “La prima verifica riguarda il momento iniziale – ha aggiunto Guerra -, con la presa in carico delle famiglie. Un’altra verifica verrà  fatta a metà  percorso e una al termine per tirare le somme e confrontare i risultati con altre sperimentazioni realizzate in Italia sul tema. Complessivamente la sperimentazione dura un anno”.

A finanziare l’iniziativa, un fondo stanziato dal governo Berlusconi da utilizzare per una sperimentazione della carta acquisti con altri criteri. “Abbiamo approfittato di 50 milioni che il precedente governo aveva destinato ad una sperimentazione in un’ottica molto diversa – ha detto Guerra -. Il governo precedente pensava alla social card come uno strumento distribuito agli enti non profit e che fossero loro a scegliere cosa farne, quindi un passo indietro da parte dello Stato, mentre noi pensiamo che la presa in carico sia un presidio imprescindibile dell’intervento pubblico. Abbiamo pensato di attribuire questa sperimentazione ai comuni perché sono gli attuatori delle politiche sociali, ma anche perché vogliamo che questo strumento non sia un mero trasferimento monetario, ma che sia affiancato con delle politiche attive di inserimento”. Il beneficio sarà  modulato sulla base della numerosità  del nucleo familiare, spiega il ministero del Welfare, e sarà  notevolmente superiore a quello previsto dalla social card ordinaria, che oggi spetta agli over65 o alle famiglie con figli di età  inferiore ai 3 anni e con un Isee fino a 6mila euro. La nuova carta, invece, parte da circa 230 euro al mese per nuclei con due persone per arrivare fino a circa 400 euro mensili per le famiglie con 5 o più componenti. Ogni comune, poi, potrà  scegliere di caratterizzare la proposta secondo alcuni bisogni particolarmente sentiti sul proprio territorio. “Il target è dato da famiglie con minori – ha aggiunto Guerra -, perché la povertà  minorile è la parte più drammatica, e le famiglie in cui gli adulti siano disoccupati o con un disagio lavorativo forte. Tutti i beneficiari devono avere questi requisiti molto stringenti, anche perché i fondi sono quelli che sono. Ai nuclei familiari verrà  proposto un progetto personalizzato. Il nucleo con minori, ad esempio, deve assicurare la frequenza scolastica dei propri figli. I comuni, poi, potranno aggiungere altri elementi rispetto ad alcuni sottoinsiemi, come il disagio abitativo e i senza tetto”. (ga)

 

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