Nasce il «Partido X», pirata, indignato e un po’ grillino
BARCELLONA. Sembra proprio che la Spagna sia ancora una volta culla di un movimento politico nuovo e fuori dagli schemi. Dopo aver essere stato il paese protagonista del movimento degli indignados, che ha avuto epigoni in tutto il mondo, dà i natali a un «partito» molto eterodosso e in un certo senso inquietante: il Partido X. Un video di sei minuti lanciato martedì su web ha presentato ufficialmente il soggetto politico «del futuro» con una piattaforma a metà fra il partito pirata (dato che parlano di «software libero, codice aperto, cultura libera e libera informazione») e il movimento 15M, nato in Spagna dalla protesta indignata del 15 maggio 2011. Un uomo e una donna anonimi, giacca e cravatta lui tailleur lei, parlano di «resettare» il sistema, di un «dispositivo» che attacchi l’attuale sistema dei partiti e assicurano che «il partito X ha già vinto il futuro». Dicono esplicitamente di essere un’«incognita», e di applicare un «programma che permette di istaurare una vera democrazia».
Quello che a prima vista può sembrare un classico movimento di antipolitica, che parla anche di «sgomberare l’emiciclo», rivela in realtà un sostrato più complesso. In diverse interviste, tutte rigorosamente anonime, rilasciate a vari media, i membri della X (sostengono di essere una novantina) rivendicano certo l’eredità del 15M, ma sottolineano che il 15M «non vuole e non può essere rappresentato». Dicono che l’unica ideologia che li guida è la «logica» e che non gli interessa vincere le elezioni ma generare un «metodo» che poi possa essere applicato dalle diverse comunità locali. «Sono importanti i fatti, non le persone», sostiene uno di loro. «Quando e se decideremo di partecipare alle elezioni, daremo volti e nomi», dice un altro. Un metodo, che secondo uno dei «non-portavoce», consiste nel «recuperare la sovranità cittadina e favorire un minimo comune multiplo sulle questioni sociali che ci accomunano». «Ci sono metodi – dice un altro – che permettono il controllo sulle decisioni, come i referendum, le wikilegislazioni, il voto permanente, le leggi sulla trasparenza nelle istituzioni pubbliche». Sono proprio i quattro punti che caratterizzano il loro programma, battezzato «Democrazia e punto», come spiegano nella loro pagina web e in una dettagliata voce di wikipedia che sono riusciti già a preparare.
Le diverse anime che compongono il movimento, in una modalità caratteristica del 15M, sostengono però sfumature diverse. Chi dice che «l’obiettivo è uscire dalla crisi in un modo che sia vantaggioso per la società e non solo per la troika e per gli amici», e chi dice raccoglieranno anche «istanze liberali di paesi più efficienti».
In mail interne sostengono di essere «un partito umoristico, di fantascienza, di friki, un partito come dispositivo di hackeraggio, anonimo, una marca di guerrilla della comunicazione al servizio delle lotte». Una lettura che forse rappresenta la chiave migliore per capire chi c’è dietro. «Siamo contro il dibattito destra/sinistra, cerchiamo di confondere le acque», dice un altro.
L’unica cosa certa è che un tal Greer Margaret Thurlow Sanders è il presidente – questo il nome presentato per l’iscrizione nel registro dei partiti del ministero degli interni lo scorso dicembre. Su web appare solo in un lungo elenco in una gazzetta ufficiale della Comunità di Madrid del 2003 (con tanto di numero di carta di identità ) ma la pagina non consente di capire di che pratica si tratti.
Non è ancora chiaro come si possa militare: «Lo spiegheremo più avanti», dice uno dei non-portavoce. Ma già dal motto sembra di sentire i grillini: «Né deputati, né onorevoli. Solo impiegati pubblici al servizio del bene comune». Dicono anche di star preparando delle iniziative, e pare che la prima sarà «che ci restituiscano i soldi!». Al momento le esperienze di riferimento sono quella islandese (dove è anche ospitato il loro server, come quello di Wikileaks: «per aver la migliore protezione della libertà di informazione grazie alle legge Immi approvata due anni fa”, spiegano) e quella di Porto Alegre o Rio Grande do Sul in Brasile. La sinistra li aspetta al varco.
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