Mutui, entro giovedì le domande per chi vuol sospendere le rate
ROMA – Conto alla rovescia per gli italiani in difficoltà con le rate del mutuo. Giovedì prossimo scade il termine per richiedere alla banca la sospensione per almeno un anno dei versamenti. La procedura è applicabile ai mutui ipotecari destinati all’acquisto, alla costruzione o alla ristrutturazione dell’abitazione principale, a tasso fisso, variabile o misto. Secondo l’accordo, il quarto di questo tipo sottoscritto dall’Abi e dalle associazioni dei consumatori, gli eventi che permettono di usufruire della moratoria, per esempio la perdita del posto di lavoro o l’ingresso in cassa integrazione, devono essersi verificati entro il 31 dicembre 2012.
Il Piano famiglie, che finora ha consentito ad oltre 82.000 nuclei di sospendere il pagamento delle rate (per un controvalore in termini di debito residuo di oltre 9,2 miliardi di euro), fissa ulteriori limiti per la concessione dello stop: il ritardo nel pagamento delle rate non deve superare i 90 giorni, non può presentare richiesta chi abbia già usufruito di una sospensione, il mutuo non deve superare il valore di 150.000 euro e il contraente deve avere un reddito imponibile inferiore a 40.000 euro (limite riferito a ciascun mutuatario). Alcune delle banche aderenti hanno però introdotto delle clausole migliorative. Bnl, ad esempio, non applica limiti di reddito o di importo e include nella moratoria anche i prestiti personali, mentre Banca Popolare di Vicenza tratta sospensioni più lunghe, fino a 18 mesi.
Per le famiglie che non riusciranno ad usufruire di questo salvagente non resta invece che aspettare. L’Abi e 13 associazioni dei consumatori hanno lanciato un «forte appello» alle commissioni competenti di Camera e Senato perché emanino il regolamento necessario a rendere operativo il Fondo di solidarietà per l’acquisto della prima casa, definendolo «uno strumento in continuità con il Piano famiglie».
I due veicoli hanno però diverse condizioni di applicabilità . Il Fondo di solidarietà si applica a mutuatari con indicatore ISEE del nucleo familiare non superiore a 30.000 euro e ammette una moratoria fino a 18 mesi. Inoltre, al contrario del Piano famiglie, paga la quota di interessi delle rate relativa al tasso di riferimento (Euribor o Irs). Infine, il Fondo è stato rifinanziato con la legge 214 del 2011, 10 milioni di euro l’anno per il 2012 e il 2013, e difficilmente sarà operativo entro il 31 gennaio. Nel frattempo una mini-proroga del Piano famiglie, come quella trimestrale già concessa alle Pmi, potrebbe permettere al nuovo Parlamento di varare il secondo pilastro del pacchetto proposto da Abi e associazioni dei consumatori. Si tratta di misure per rendere sostenibile il credito «negli eventuali periodi di difficoltà incontrati nell’adempimento delle proprie obbligazioni» e per ampliare e rendere compatibili le regole del Piano famiglie e del Fondo di solidarietà . Un nuovo incontro fra Abi e associazioni dei consumatori è in programma per domani.
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