Monito di Hollande alle scuole cattoliche «Niente omofobia»
PARIGI — Zapatero, che ci è passato ormai sette anni fa, avrebbe probabilmente sconsigliato a Franà§ois Hollande di prendere così di petto il mondo cattolico. Soprattutto, a una settimana dall’ennesima manifestazione di piazza contro il progetto di legge per la legittimazione dei matrimoni omosessuali, o del «mariage pour tous», il matrimonio per tutti, nel raffinato idioma transalpino. Ma il ministro dell’Istruzione, Vincent Peillon, non ha esitato a impugnare carta e penna quando ha saputo che nelle scuole private cattoliche, convenzionate con lo Stato, ci si preparava a organizzare dei dibattiti sul tema, proprio partendo dal dissenso ecclesiastico: «Attenzione. C’è il rischio di cadere nell’omofobia», il ministro ha richiamato i provveditori alla vigilanza, firmando così l’avvio delle ostilità con buona parte degli 8.300 capi di istituto, privati, che si sono sentiti sospettati di parzialità e di indottrinamento dei loro allievi, due milioni in tutta la Francia.
«L’omofobia è un delitto — tuonava ieri sulla prima pagina del Figaro, l’editorialista Paul-Henri du Limbert, accusando il governo di “terrorismo intellettuale” e Peillon di essere il nuovo “Grande Inquisitore” —. Chi vuole discutere sul matrimonio omosessuale sarebbe dunque un delinquente potenziale?».
Certamente non era questa la conclusione cui voleva giungere il ministro Peillon, ma la polemica gli è esplosa tra le mani quando ha disapprovato l’iniziativa del segretario generale per l’insegnamento cattolico, à‰ric de Labarre, che il 12 dicembre scorso aveva scritto ai rettori delle scuole private, invitandoli ad aprire la discussione con gli studenti sull’opportunità di legalizzare le unioni omosessuali, senza dimenticare la posizione della Chiesa al riguardo. «Il dibattito non è mai stato aperto — si difende ora — ognuno ha il diritto di ricevere spiegazioni nel rispetto della libertà delle persone e delle coscienze. Il peggio è il silenzio».
Il ministro Peillon dissente calorosamente in un’intervista, ieri, a Le Monde: «Non mi sembra opportuno introdurre nelle scuole il dibattito sul matrimonio per tutti — osserva —. L’ insegnamento cattolico, che è sotto contratto con lo Stato, deve rispettare il principio di neutralità e di libertà di coscienza di ciascuno».
Il presidente Franà§ois Hollande si è schierato con il suo ministro: «La laicità è uno dei principi della Repubblica. E ognuno deve difenderlo. La laicità è il rispetto delle coscienze. Dobbiamo fare in modo che tutte le sensibilità siano rispettate, che tutte le religioni possano essere praticate. Ma allo stesso tempo c’è una regola che si chiama “la vita comune” e c’è un principio che si chiama “la neutralità dello Stato”, nelle scuole dell’insegnamento convenzionato, come nelle scuole del servizio pubblico».
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