Maroni: vincerò io e il Nord sarà zona franca Slitta il vertice
Oggi il leader leghista avrebbe dovuto incontrare i vertici del Pdl per mettere a punto il «bouquet» dei partiti che si ritroveranno apparentati sulla scheda elettorale, così come prescrive la legge. E invece, così non sarà . Occorre altro tempo. Il faccia a faccia si svolgerà probabilmente domattina: del resto, non c’è da rilassarsi visto che le alleanze dovranno essere formalizzate presso il Viminale entro domenica alle 16. Tra i nordisti si smentisce che ci siano problemi particolari. Eppure, bisognerà mettere a punto quello che ancora non c’è: una formulazione per consentire di spiegare ai rispettivi elettorati l’alleanza tra Prima il Nord e i Fratelli d’Italia. Per usare le parole del segretario nazionale lombardo Matteo Salvini: «Se dovessi giudicare da quello che Ignazio La Russa ha detto l’altra sera in televisione, non ci siamo. Per noi, la questione delle tasse che restano nelle Regioni è un punto fondamentale». Eppure, lo stesso ex ministro alla Difesa ieri era conciliante: annunciando che, in tema di immigrazione, «nei prossimi giorni chiederò a Roberto Maroni un incontro per indicare una via di uscita per il bene dei cittadini». Se con i Fratelli d’Italia («E quel nome, poi…») bisogna ancora cesellare l’accordo, con La Destra di Storace, invece, pare che tutto fili liscio. Ieri il segretario leghista ha presentato la sua nuova iniziativa, un appuntamento pubblico per martedì e mercoledì prossimi, e il nuovo logo leghista, che sotto all’Alberto da Giussano riporta il nome Maroni e non più la parola Padania. La presentazione avviene in un ambiente assai innovativo per chi era abituato alla vecchia e un po’ dimessa comunicazione visuale del Carroccio: nessun simbolo di partito e, soprattutto, niente verde («Beh, io ho la cravatta verde», ha scherzato il numero uno nordista). Sul fondo della sala, un maxi pannello azzurro cielo — e, diciamolo, un po’ forzista — con la scritta «Dillo a Maroni» accompagnata dalla sola croce di San Giorgio, il simbolo che compare in decine di stemmi comunali del Nord Italia. Sì, ma l’azzurro? «È un richiamo al cielo di Lombardia, così bello quando è bello… ». Ed è nella rinnovata sala per le conferenze stampa di via Bellerio che, a sorpresa, arriva il riconoscimento per il Corriere della Sera, che in un articolo di mercoledì ha certificato che «le idee della Lega valgono per la Lombardia 16 miliardi in piu all’anno». Un riferimento al fatto che se davvero rimanesse in Regione il 75% del gettito, sotto alla Madonnina resterebbe, appunto, tale cifra. Inoltre, aggiunge Maroni, «nel programma c’è anche un’altra cosa: creare al Nord una zona franca per contrastare la delocalizzazione delle aziende». Quanto a Gabriele Albertini, Maroni è liquidatorio: «Dopo l’accordo con il Pdl gli scenari sono cambiati e ormai la candidatura di Albertini in Lombardia è ininfluente: vinceremo noi».
Marco Cremonesi
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