L’uomo che sfida la destra di Orbà n “L’Europa ci aiuti”

by Sergio Segio | 16 Gennaio 2013 7:38

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BERLINO. «L’Ungheria è ancora una democrazia, ma molte decisioni hanno ferito lo stile occidentale di democrazia basato su checks and balances e sul governo della legge. Istituzioni e principi democratici hanno sofferto molto negli ultimi 2 anni, con molte nuove leggi». Lo dice Gordon Bajnai, il giovane ex premier tecnocrate, speranza dell’opposizione ungherese.
Non è tardi per restaurare una piena democrazia?
«Non è mai troppo tardi. Resteremo democrazia finché avremo elezioni libere e corrette, come spero sarà  nel 2014, sono ottimista sulla possibilità  di un cambiamento. Se questo governo cadrà  torneremo a una democrazia piena. Siamo un paese pieno di talenti, gente innovativa, buone infrastrutture. L’ostacolo è il governo attuale. Ma dobbiamo conquistare una forte legittimità . Occorre un programma aperto, per una Costituzione equilibrata, né di destra né di sinistra. L’unità  dell’opposizione è necessaria per liberarci di questo esecutivo del mal governo, poi sceglieremo lo sfidante. La legge elettorale, scritta secondo gli interessi della Fidesz, fa sì che solo uniti potremo vincere».
Nelle riunioni del Partito popolare europeo, Orbà n è stato il solo a lodare Berlusconi, che significa?
«Sembra che sia stato impressionato dai successi passati del movimento di Berlusconi e dal suo approccio alla politica. La Fidesz ha spesso usato il modello Berlusconi di fare politica nell’azione di governo. Il sistema che tenta di costruire va verso una democrazia autoritaria. Non è conforme all’idea europea di democrazia. La differenza rispetto a Berlusconi è che da noi e in generale nell’Europa centro-orentale le radici della democrazia sono meno profonde, quindi i tentativi di Orbà n sono più pericolosi. Sentono una forte attrazione per tendenze autoritarie. Cerca di radunare in un unico campo destra moderata di tipo democristiano con destra
radicale e razzista».
La Fidesz è nei Popolari europei, perché il Ppe non prende le distanze?
«Dovrebbe farlo, e capire che l’attuale leadership Fidesz non è democristiana: è destra radicale, si autodefinisce ‘rivoluzionaria’, respinge gli equilibri tra poteri essenziali in democrazia, demolisce valori e strutture democratiche. Praticano una politica economica statalista molto dannosa. Orbà n è scettico sulla Ue, spesso giunge a dire ‘come rifiutammo gli ordini di Mosca rifiutiamo gli ordini di Bruxelles’».
Quanto è contagioso il modello Orbà n?
«In politica il contagio è un fenomeno tipico: successi politici d’una linea in un paese la rafforzano in altre. E se in Ungheria il governo può imporre una politica contraria a principi e valori comuni europei, ciò spinge altrove le destre radicali a ritenere un tale processo vincente».
Quanto teme la deriva razzista?
«Il razzismo non è cominciato con Orbà n. Negli ultimi anni si è rafforzato e la crisi economica lo alimenta. Purtroppo scrive editoriali razzisti Zsolt Bayer, membro fondatore della Fidesz. Invano ho chiesto al premier di distanziarsi. Il problema spacca la Fidesz, è parte del suo pericoloso opportunismo. E il disastroso malgoverno in campo economico e sociale rafforza l’ultradestra».

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