«Su legalità dello Stato e carcere siamo soli. Con le nostre liste»
Cosa che non si può togliere a nessuno; l’importante è che non voglia obbligare la coscienza di qualcun’altro, come è già accaduto in passato.
Non le sembrano discorsi già sentiti all’interno del Pd?
Non proprio, lì si usava un’altra forma per annacquare tutto: si cercavano «scelte condivise» e perciò alla fine non si prendeva posizione su certi argomenti.
Sembra che non vada meglio con il carcere e la giustizia.
No. Una cosa è certa: di questo nessuno se ne vuole occupare. Ho appena letto una notizia che trovo scandalosa: che non abbiano mandato Cuffaro al funerale del padre. Quando si arriva a tali livelli di inumanità e di intolleranza, vuol dire che la democrazia è al di là della crisi.
Allora aggiungiamo altre due notizie dal mondo penitenziario. I casi di tubercolosi nel carcere di Benevento e non solo, e i primi due casi di suicido dell’anno: uno riuscito all’Ucciardone di Palermo e uno per fortuna solo tentato a Reggio Calabria.
Ricomincia lo stillicidio. Anche a Rebibbia, l’ultimo carcere che ho visitato durante la notte di Capodanno, ci sono detenuti che hanno il dubbio di aver contratto la Tbc ma non sono stati sottoposti a test. Tutto ciò è indice del disastro della sanità penitenziaria. Le condizioni igieniche sono talmente pessime che le malattie si possono trasmettere anche agli agenti, come è avvenuto a Benevento. Ormai è un pianeta, quello del carcere – che Pannella chiama «le catacombe» – che a mio avviso è sfuggito al controllo dal punto di vista igienico sanitario e di cura: si muore di malattie che fuori sono curabili.
Marco Pannella ha sospeso, per ora, la sua lotta non violenta?
Sì, ma presto riprenderà lo sciopero della fame e poi anche della sete. Ha una forza interiore che sbaraglia tutti.
Nè Monti né Bersani e neppure Ingroia hanno messo al centro dell’agenda il carcere…
Proprio per questo abbiamo promosso le liste «Amnistia, giustizia e libertà ». Nessuno si pone il problema che lo Stato è in difetto e che vanno rimosse le illegalità . Non è solo una questione di carcere: negli ultimi anni i procedimenti sia civili che penali sono aumentati di numero in continuazione, e oggi se ne contano oltre 5 milioni per ciascun ramo.
Quali candidati avete trovato per le vostre liste e con chi vi accorderete, visto che con questa legge elettorale senza coalizione non si va lontani?
Abbiamo raccolto candidature importanti: Giorgio Albertazzi, don Mazzi, don Gallo, Luigi Amicone. Ma sono liste ancora in via di formazione: promosse da Marco Pannella, ma aperte e «di scopo». In queste ore stiamo discutendo anche di eventuali coalizioni, ma al momento non ci sono state fatte offerte. Nel 2005, alle regionali, sia il centrodestra che il centrosinistra posero un veto sul nome di Luca Coscioni, perciò non concludemmo nessun accordo. Invece alle ultime elezioni politiche abbiamo accettato un ricatto del Pd che ha posto un veto su Pannella. Perciò valuteremo ogni proposta, nel caso ci fossero.
Ma con Luigi Amicone, il direttore ciellino di Tempi, oltre all’amnistia cos’altro potete condividere?
Se intanto riuscissimo a risolvere il problema della giustizia in Italia avremmo fatto un passo avanti su tutti i fronti. Come ho già detto, è una lista di scopo. In ogni caso, noi continueremo a portare avanti le nostre lotte su tutti i temi. Non solo dentro ma anche fuori del parlamento. Su questioni come l’eutanasia noi riteniamo di rappresentare la maggioranza non solo degli italiani ma anche dei cattolici praticanti. Quindi, se con Amicone non siamo d’accorso su questo, è un problema più suo che nostro.
Ma in fondo siete più vicini a Monti che a Fassina, no?
Sinceramente non lo saprei dire. Certo è che se ci fosse stata un’opzione politica a noi affine, ci saremmo già coalizzati. O forse non esisteremmo nemmeno più.
Il sostegno del Vaticano a Monti non vi impressiona?
La Chiesa ha fatto endorsement anche sull’amnistia. In fondo, non credo che possa incidere più di tanto.
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