L’offensiva europea per il libero commercio con il Mediterraneo

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Oggi, alla vigilia di un rinnovo elettorale ormai alle porte, la Commissione europea spinge sull’acceleratore dei rapporti bilaterali e, dopo aver incassato il via libera dal Parlamento sugli accordi di liberalizzazione con Corea del sud, Perù, Colombia e Africa dell’Est e del Sud (Esa), punta dritta verso Egitto, Giordania, Marocco e Tunisia senza alcuna considerazione delle preoccupazioni sollevate dalla società  civile locale sugli impatti sociali, ambientali e politici che un’integrazione a tappe forzate dei mercati delle due sponde avrebbe sulla stessa, faticosa, transizione politica avviata con i movimenti della Primavera araba.
L’idea di integrare progressivamente la sponda Sud del Mediterraneo nel mercato europeo nasce a metà  degli anni Novanta quando l’Europa lancia il Processi di Barcellona con l’obiettivo di stabilire un’area di libero scambio nel Mediterraneo finalizzando degli accordi di associazione bilaterali (bilateral Association Agreements – AA). Gli AA sono stati firmati con tutti gli Stati della regione tra il 1995 e il 2002, e sono entrati in vigore tra il 1998 e il 2006. Il tutto mentre le ulteriori liberalizzazioni tentate nel mercato agricolo, dei servizi, degli investimenti, della proprietà  intellettuale e delle forniture pubbliche venivano stoppate nel piano multilaterale all’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto), dove la Doha Development Agenda giace insabbiata, con la sua retorica sviluppista, dal lontano 2001. (…).
La regione euro-mediterranea nel suo complesso assorbe attualmente l’8,6% del commercio extra Ue dell’Unione europea. (…). Il primo rapporto di associazione fu approvato tra Europa e Marocco nel 2000, dando inizio a una serie di scadenze di eliminazione di quote e tariffe sulle esportazioni in base alla quale, nel febbraio 2012, il Parlamento europeo gli ha consentito di partecipare a tre programmi del mercato unico (sulla competitività  e innovazione, sulle dogane e sui trasporti) a fronte della riduzione di restrizioni sulle esportazioni dal Marocco di prodotti agricoli e della pesca. Il processo si è completato nel marzo scorso ed oggi è in piedi anche un’area di libero scambio sui prodotti industriali. E’ del 14 dicembre 2011 il mandato attribuito alla Commissione da parte del Consiglio degli Affari Esteri dell’Unione di studiare e lanciare negoziati per stringere Deep and Comprehensive Free Trade Agreements (Dcfta) con Marocco, Giordania, Tunisia ed Egitto, che estenderebbero le correnti parziali aree di libero scambio sui prodotti includendo servizi, appalti pubblici e proprietà  intellettuale. (…).
Se ne parlerà  al prossimo Forum Sociale Mondiale, che avrà  luogo a Tunisi dal 26 al 30 marzo prossimo, uno spazio di riflessione congiunta della società  civile delle due sponde del Mediterraneo su quale tipo di modello di cooperazione, sociale ed economico, vogliamo che connoti questa nuova stagione di relazioni euro-mediterranee post-Primavera araba.
La versione completa dell’articolo è su www.sbilanciamoci.info


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