Lo strano derby tra il pm e Nichi in ballo il tesoretto della sinistra

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ROMA — «Mi sono imposto un atteggiamento zen». Ma quanto durerà ? Ogni mattina Nichi Vendola guarda i sondaggi e legge le dichiarazioni dei rappresentanti di Rivoluzione civile. Non sono positivi né i primi né le seconde. Ma delle rilevazioni, che registrano minimi cali per Sel e leggeri aumenti di Ingroia, non si fida. Le parole degli Arancioni invece sono importanti e lasciano intravedere a breve l’inizio della guerra a sinistra. «Rivoluzione civile è solo un movimento di testimonianza». «Sono contro la commissione d’inchiesta su Genova, contro il reato di tortura, contro le targhette di riconoscimento dei poliziotti.
Questa non è sinistra, è solo giustizialismo ». «Nel giorno in cui Cosentino resta fuori dalle liste del Pdl, Vendola evoca la camorra e il sindaco di Napoli De Magistris che fa? Preferisce attaccare Nichi ». Ecco le mille voci registrate dentro Sinistra ecologia e libertà . I primi segnali di un duello.
Vendola non vuole attaccare direttamente Ingroia. Aspetta che vengano fuori i veri azionisti di maggioranza della lista: Di Pietro, Ferrero, Diliberto, Bonelli. «Allora si vedrà  quanto vecchiume c’è dietro l’operazione di marketing incarnata dal pm palermitano». Ingroia invece ha aperto il fronte, attaccando direttamente il governatore
pugliese. Il leader di Sel non ha intenzione di seguirlo su questo terreno. Per il momento. Proverà , nei prossimi giorni, a verificare se funziona la formula di appiccare a Rc l’etichetta della testimonianza sterile, inutile. «Proponiamo una legge sulla cittadinanza simile a quella di Ingroia — spiega Nicola Fratojanni, braccio destro di Vendola e candidato in Puglia — . Vogliamo andare al governo per farla diventare realtà . Noi ci possiamo riuscire, Rivoluzione civile no. Quale voto pesa di più?». Gennaro Migliore garantisce che mai da Sel arriverà  un richiamo al voto utile: «Conosco troppo bene la tragedia di quest’operazione per usarla contro qualcun altro», dice ricordando il dramma della lista Arcobaleno nel 2008. Ma la sostanza è quella. Chiosa Vendola: «Io voglio vincere le elezioni e portare al governo il centrosinistra. Ingroia dà  una mano? Da che parte sta?».
È una domanda retorica. Perché la risposta del governatore e di Bersani è già  molto chiara: Ingroia, Di Pietro, Ferrero, se ostacolano il centrosinistra, lavorano per far vincere la destra. Così lo scontro è destinato ad accendersi. A far emergere, ancora una volta, il vecchio vizio della sinistra italiana: contrastare e togliere voti a chi ti sta accanto lasciando spazio e consensi a chi sta lontano. Per questo Vendola preferisce non indossare l’armatura. Ma dall’altra parte l’obiettivo è proprio quello: la sfida senza esclusione di colpi nello stesso campo.
Sul suo blog Di Pietro ha inaugurato un nuove genere letterario: le lettere a Nichi. Ne ha già  scritte due. Con la prima ha menato fendenti: «Hai svenduto i nostri ideali ». Con la seconda, pubblicata domenica, ha corretto il tiro: «So che terrai alta la bandiera del centrosinistra ». E al 24 febbraio manca un mese. Roberto Natale, capolista al Senato in Umbria per Sel, non ha dubbi: «Si confrontano due visioni storiche della sinistra: quella di pura testimonianza e quella di governo ». Ma i sondaggi dimostrano che la prima versione ha ancora un suo appeal. Migliore non è d’accordo: «Ingroia recupera il voto dell’Idv crollato dopo la puntata di Report sulle case di Di Pietro e tiene i voti della Federazione della sinistra. Non c’è travaso con i nostri consensi, siamo due campi di gioco diversi». Ma Sel non rischia di pagare la linea governativa e l’ipotesi di una futura alleanza con Monti? «Noi vogliamo vincere senza Monti. Dare i voti a Rivoluzione civile invece indebolisce le possibilità  del centrosinistra. Quando dice che il pericolo è Monti, Ingroia si ricordi di questo », osserva Fratojanni. Vendola quindi non vuole rendersi più autonomo dal Pd. Anzi, la linea è darsi un profilo di governo ancora più netto. Dopodomani è fissata una conferenza stampa con Bersani. Per presentare tre tappe comuni Pd-Sel: a Milano, Napoli e Roma.


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