LO SPETTACOLO DELLA SINISTRA

by Sergio Segio | 31 Gennaio 2013 9:09

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. Lo scontro tra Vendola e Ingroia, tra Sel e la Lista capeggiata dal magistrato, il continuo rinfacciarsi l’un l’altro il «tradimento» della comune causa, ne è la clamorosa, deprimente testimonianza.
Una diaspora che ieri ha toccato il livello più basso con la reciproca accusa di scomparire il giorno dopo il voto. Da una parte si dice che l’alleanza di Sel con il Pd si sfascerà  quando sarà  chiaro che il partito di Bersani andrà  al governo con Monti. Dall’altra si prevede che le forze riunite sotto l’insegna di Ingroia torneranno a dividersi nei mille pezzi che la compongono.
Non si tratta di lanciare appelli all’unità  di facciata, né resuscitare ramoscelli d’ulivo o arcobaleni radiosi. Le divisioni ci sono, sono importanti, coinvolgono giudizi sullo stato delle forze in campo e vanno guardate senza veli. La scelta di coalizzarsi con il Pd per affrontare la sfida del governo del paese, o quella di dare forza elettorale a un movimento-partito per condizionare dall’esterno il Pd sono non solo due opzioni legittime, ma anche il frutto di una sconfitta storica della sinistra. Quel che non persuade e anzi semina un disorientamento crescente, è assistere a uno scontro sterile, persino fittizio, utile solo a prosciugare consensi a entrambi gli schieramenti.
Se lasciamo da parte le modalità  (pure importanti) con cui si è giunti a queste tattiche di «coalizione», e guardiamo ai contenuti, non si potrà  negare la prossimità  dei due campi e le ragioni di un’affinità  politico-culturale che li unisce. Sull’antiliberismo e sulla pace, sul neoambientalismo e sul modello di sviluppo c’è una stretta parentela tra Vendola e la lista Ingroia, più di quanta non se ne riesca a vedere tra Vendola e Bersani, o, per converso, tra Ferrero e Di Pietro. Così come su «la rotta d’Europa» si scontrano, invece, in questa parte della sinistra, due orientamenti, e forse due culture politiche diverse.
E’ troppo chiedere di mantenere alto il livello del confronto? E’ possibile evitare di ferirsi con le armi spuntate del «tradimento» da scagliare contro i rispettivi eserciti? L’elettorato di sinistra non si convince con le sceneggiate televisive, troppe e brucianti le delusioni accumulate negli ultimi anni per sopportare ancora le schermaglie mediatiche. Utili solo a seminare la voglia di restarsene a casa.

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