L’idea dell’ex premier: congelare i processi

by Sergio Segio | 12 Gennaio 2013 7:09

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MILANO — Usare i processi come un trampolino per le elezioni del 23 febbraio, o usare le elezioni per scongiurare l’impatto negativo di possibili sentenze poco prima del voto? Da giorni Silvio Berlusconi ragiona se gli convenga di più lasciare celebrare i tre dibattimenti in corso (Ruby-intercettazione Fassino-diritti tv Mediaset), cogliendo l’onda positiva in caso di assoluzione, e in caso di condanna costruendo invece la propria campagna elettorale sulla «giustizia a orologeria» delle «toghe rosse»; oppure se sia più prudente non prendersi il rischio di sentenze comunque boomerang, e dunque cercare di ottenerne la sospensione almeno per la durata della campagna elettorale.
Ora l’impressione è che l’ex presidente del Consiglio, seppure tentato dalla prima opzione, si stia ormai orientando per la seconda, contestualmente offrendo in cambio il congelamento anche dei termini di prescrizione delle imputazioni. Non a caso, giovedì pomeriggio ha mandato i suoi avvocati-parlamentari Niccolò Ghedini e Piero Longo in avanscoperta dal presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro. Nella visita di cortesia, gli avvocati hanno cominciato ad anticipare i loro dubbi sull’opportunità  che in campagna elettorale possano arrivare sentenze e requisitorie, per la verità  già  da tempo all’orizzonte, all’esito di dibattimenti in corso da molto tempo. Il verdetto per il trafugamento dell’intercettazione di Fassino pubblicata da Il Giornale nel 2005 è slittato di una udienza ma arriverà  comunque il 7 febbraio, mentre la requisitoria dei pm Boccassini e Sangermano al processo Ruby, che dopodomani vedrà  deporre proprio l’ex minorenne al centro della vicenda, al momento è in calendario il 28 gennaio. In più venerdì 18 gennaio inizierà  l’Appello del processo sui «diritti tv» Mediaset, nel quale il fondatore del Biscione è stato condannato il 26 ottobre scorso a 4 anni per frode fiscale.
Nell’incontro con Pomodoro i legali non si sono spinti a definire nel dettaglio l’idea di un complessivo stop elettorale ai dibattimenti, anche perché la presidente del Tribunale li ha piuttosto invitati, qualora intendano formulare istanze di «legittimo impedimento» per motivi elettorali, a discuterle esclusivamente con i vari collegi giudicanti, man mano che le udienze dei tre processi riprenderanno dopo la pausa natalizia. Il primo test sarà  dunque già  lunedì, appena prima dell’interrogatorio di Ruby, che è tornata ieri in Italia dal lungo e controverso viaggio in Messico che aveva fatto saltare già  due sue convocazioni in aula. A far propendere il candidato capolista pdl Berlusconi per l’idea di puntare alla moratoria elettorale dei processi, non necessariamente attraverso una richiesta di stop continuativo ma anche solo con la singola presentazione di un «legittimo impedimento» ad ogni udienza, ci sono i precedenti di decisioni analoghe concesse in passato dai giudici dei suoi vari dibattimenti, ad esempio nel «processo Sme» per le Politiche 2001 e per le Europee 2004, sempre a prescrizione bloccata. In più, proprio al «processo Ruby», il primo giugno 2012 l’ex premier ha ottenuto un legittimo impedimento per una ragione meno pregnante della campagna elettorale, come una riunione dei gruppi parlamentari pdl di Camera, Senato ed Europarlamento per ed «analisi della situazione politica».

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