«È l’ora della patrimoniale»

by Sergio Segio | 27 Gennaio 2013 9:05

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ROMA. Susanna Camusso tira le fila della Conferenza di Programma della Cgil, e rilancia l’idea di un «Piano del Lavoro» per il Paese. «Non è un piano irrealistico, o sovietico, come ci accusa, non capisco poi se sia un insulto o meno, Raffaele Bonanni – si infervora dal palco – Ma è un piano che si può realizzare. Faticoso, certo, non siamo qui a dispensare illusioni. Però le risorse si possono trovare». Basta la volontà  politica, e soprattutto, bisognerebbe introdurre una patrimoniale vera. Scelta netta, che per ora neanche il Pd, partito di riferimento di gran parte della Cgil, si sente di proporre. «La parola tasse sembra far paura – incalza la segretaria della Cgil – Ma noi non proponiamo nuove tasse, piuttosto una progressività  vera, aleggerendo finalmente lavoratori e pensionati».
«Pensiamo che la patrimoniale serva a questo Paese, serve discuterne e serve farne una vera. Anche se capiamo la difficoltà  di parlarne in campagna elettorale». Una patrimoniale sulle grandi ricchezze, idea che da anni la Cgil porta avanti, per rimodulare – attraverso le aliquote o le detrazioni – l’imposizione che grava sui redditi medio-bassi. «Noi riteniamo che si debbano abbassare le tasse per il lavoro, per le pensioni, e anche per le imprese – spiega Camusso – Però raccontiamo le cose come stanno: per due volte si è ridotto il cuneo fiscale, e per due volte ci hanno guadagnato solo le imprese. È arrivato il momento, adesso, di stabilire chi debba avere la priorità ».
Ma il piano del Lavoro non è solo un riequilibrio fiscale, molte risorse verranno reinvestite nella creazione di lavoro, di occupazione, soprattutto per i giovani. Ancora, Camusso ha ribadito altre due priorità  che il prossimo governo dovrà  affrontare: «La cancellazione dell’articolo 8, che ancora Sacconi propaganda come libertà  di contrattazione: e invece non è altro che la negazione del diritto di essere tutelati dai contratti e perfino dalle leggi, grazie a un meccanismo perverso di deroghe». E, ugualmente, la cancellazione dell’articolo 9 (come l’8, appartiene all’ultima finanziaria targata Berlusconi): «Perché è incivile, in quanto crea dei ghetti per disabili nei posti di lavoro».
La Cgil vuole riportare al centro la contrattazione, e non solo nel pubblico impiego. Resta aperto il nodo sul primo/secondo livello, che si dovrebbe dirimere «tornando all’accordo del 28 giugno 2011». Ma anche con riferimento ai precari, e qui parla a tutti quelli che propongono un salario minimo definito dalla legge, tra gli altri lo stesso Pd e il segretario Fiom Maurizio Landini (quest’ultimo dallo stesso palco del Palalottomatica, due giorni fa). «Io credo che il contratto debba restare centrale, e tanto è più forte se include tutti – dice Camusso – Se tanti precari non lo vedono come punto di riferimento, sta a noi batterci perché possano finalmente vederlo come qualcosa che riguarda anche loro. Come il diritto allo sciopero, come la possibilità  di elaborare una piattaforma».
Insomma, il contratto come «magnete» attira-precari, che potrebbe evitare l’applicazione tout-court di un salario minimo deciso dalla politica (che invece hanno quasi tutti i paesi europei): salvaguardando così la centralità , su questo tema, del sindacato.
Ancora, la Cgil chiede «una legge sulla rappresentanza sindacale»: «Perché poter votare nei posti di lavoro è diritto di cittadinanza e di democrazia».
Quanto alla questione del Monte dei Paschi di Siena, che ha visto il Pd sotto il fuoco di fila di quasi tutti gli altri partiti, Camusso afferma che la Cgil ha una sua idea, «sulla trasparenza e il sistema di governance delle banche, che sono purtroppo ancora piene di derivati e titoli tossici». E ritiene che «il privato e la gestione manageriale debbano essere del tutto distinti, in quanto a decisioni e responsabilità , dalla gestione pubblica del territorio».
Un ringraziamento ai politici che hanno partecipato alla Conferenza: «Ci hanno rispettato, non venendo qui a fare un comizio nè a dire che le nostre proposte vanno tutte bene, ma a porci anche domande e dubbi».
Infine – ma in realtà  la segretaria lo aveva posto all’inizio del suo discorso – il riferimento alla giornata della memoria dell’Olocausto. Con un appello importante al governo: «Chiediamoci se non sia il caso di applicare quella legge che impedisce la ricostruzione di forze fasciste nel nostro Paese. Mi riferisco a quella organizzazione che stava pianificando in Campania lo stupro di una ragazza ebrea. Sarebbe un bel segno se il 24 e il 25 febbraio non ci fosse alcuna lista fascista a cui dare il voto». Chiaro il riferimento a Casa Pound.

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