by Sergio Segio | 19 Gennaio 2013 8:22
L’articolo di apertura, “Vincere per cambiare” spiega perché le elezioni sono decisive per far cambiare rotta al paese e perché al centro devono esserci le politiche che potrà realizzare il prossimo governo, per chiudere con gli anni di Berlusconi e Monti. Il contesto europeo è analizzato da Claudio Gnesutta nell’articolo «L’Italia nella rotta d’Europa» che presenta le prospettive di scontro con Berlino e Bruxelles e gli spazi di manovra per fare politiche espansive e mettere limiti alla finanza. L’agenda italiana è in «Le cose da fare nei primi cento giorni»: meno armi più scuole, dai soldi sporchi lavori verdi, un fisco contro le disuguaglianze, il lavoro da tutelare. E una da fare prima: cittadinanza per chi nasce da noi. E il modo in cui la politica può iniziare a fare tutto questo lo spiega Guglielmo Ragozzino in «La politica come professione. Onesta»: contro l’idea che la politica sia una serie di compromessi accettati per arricchirsi in fretta occorrono regole sicure, parole chiare, azioni trasparenti e un rapporto stretto con la società .
I contributi finora pubblicati affrontano diversi problemi di come far «cambiare rotta» al paese. Il quadro europeo è esaminato nell’articolo di Francesco Bogliacino «Egemonia al centro, declino in periferia». Felice Roberto Pizzuti fa una critica dell’agenda Monti nel suo «Cambiare l’agenda, scegliere le priorità ». Il che fare sulle banche è affrontato da Andrea Baranes in «Capitali spariti, banche da cambiare» che spiega perché il credito non c’è, i paradisi fiscali restano e le entrate Imu finiscono nel salvataggio di Monte Paschi.
La qualità dello sviluppo deve cambiare, lo spiegano gli articoli di Gianni Silvestrini e Sergio Andreis. Il primo, in «Un Pil al verde» spiega che per uscire dalla crisi servono politiche industriali verdi e un riorientamento dello sviluppo dell’economia in tutti i settori. Il secondo, in «Altre energie per cambiare clima» affronta la strategia energetica nazionale, l’occasione per ribaltare un’impostazione basata sul petrolio e legare le politiche energetiche a quelle per il clima.
Le tasse sulla casa sono al centro delle polemiche della campagna elettorale, un ritornello – spiega Roberta Carlini in «La casa al centro, i giovani al margine» – che oscura le vere emergenze del momento, che sono i giovani senza casa. E poi c’è il lavoro, come ricorda Francesco Garibaldo in «Recuperare imprese, creare lavoro»: ogni manovra economica deve darsi l’obiettivo dell’occupazione, e per farlo, non bastano le (pur necessarie) politiche espansive, e un mercato che selezioni le imprese: occorre recuperare il grosso delle forze manifatturiere del paese. I contributi alla discussione continuano, uno al giorno fino alle elezioni.
Si può leggere tutto – e diffondere in rete – su www.sbilanciamoci.info/Sezioni/alter/La-rotta-d-Italia-16276[1].
Infine, una notizia: le 50 organizzazioni della campagna Sbilanciamoci!, a seguito delle dimissioni del portavoce Giulio Marcon, candidato indipendente nelle liste di Sel alle elezioni – hanno nominato i nuovi portavoce: Andrea Baranes, presidente della Fondazione culturale responsabilità etica e Grazia Naletto, presidente di Lunaria
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