La lista Falciani? È ricettazione, non si può usare

by Sergio Segio | 30 Gennaio 2013 7:26

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È l’ardita convinzione espressa dalla Commissione Tributaria Regionale di Milano (grado d’appello di quelle Provinciali) nella sua prima sentenza sulla lista rubata da Falciani, finita ai giudici francesi, trasmessa per rogatoria nel 2010 alla Procura di Torino, e poi ai comandi regionali GdF e ai vari pm.
Rifacendosi al Tribunale penale di Pinerolo che in un caso del 2011 ordinò di distruggere i dati in quanto raccolti illecitamente, i giudici tributari (Di Blasi, Luciani, Bonavolontà ) manifestano stupore per il fatto che l’Agenzia delle Entrate di Como «non abbia minimamente considerato che Falciani si sia reso colpevole di fatti che racchiudono in sé gli elementi costitutivi del delitto di accesso abusivo a sistema informatico e anche di appropriazione indebita aggravata». E se alla base c’è «una raccolta illecita di informazioni», allora l’uso di qualcosa di rubato diventerebbe persino ricettazione. «Nei ricorsi — commenta l’avvocato Asa Peronace — ho sollevato la questione dell’uso machiavellico dell’accertamento da parte dell’Amministrazione, la quale — ad avviso del legale —, pur di fare gettito e raggiungere obiettivi statistici, calpesta i diritti dei contribuenti e si rende autrice di due possibili reati».
Luigi Ferrarella

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