La bozza Monti sul lavoro, per una riforma bipartisan

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Nella «grande coalizione» che Mario Monti inizia a delineare per la prossima legislatura, la sua «Scelta civica» dialogherà  sulla contro-riforma della riforma Fornero con il Pdl, mentre con il Pd apparecchierà  il tavolo della riforma sulla giustizia. Così le indiscrezioni di ieri sera. Buon senso vorrebbe che Monti incrociasse le sciabole sul lavoro con Pd-Sel (e con l’ombra della Cgil), lanciando la sua sfida a Berlusconi sulla giustizia. Ma questo scenario metterebbe a rischio qualsiasi governo che non abbia una maggioranza autonoma al Senato, quello a cui tutti si stanno preparando. Quindi meglio rivolgersi a Tizio affinché Caio comprenda. In realtà , la bozza sul lavoro pensata da Monti insieme alla sua quaterna di esperti (Ichino, Bombassei, Cazzola e la new entry Mario Mauro) prova a interloquire con il «Piano del lavoro» della Cgil e l’asse Pd-Sel rinunciando al «contratto unico» di Ichino, che fa vedere rosso a tutta la sinistra, e rilanciando l’idea di «contratto a tempo indeterminato come rapporto di lavoro prevalente in un quadro di maggiore flessibilità ». Altri punti di contatto con Pd e Cgil ci saranno sull’apprendistato, un contratto al centro dei pensieri dei montiani che lanciano anche un «piano straordinario per i giovani». Sul fronte Pdl le proposte interloquiscono con Sacconi e Brunetta perché rifiuta di rivedere l’articolo 18 e rivendica l’articolo 8 del Dl 138 del 2011, quello contro cui la Fiom e le sinistre hanno lanciato un referendum. In una riunione tenuta nello studio di Pietro Ichino sabato scorso, la bozza Monti sul lavoro prevede un lancio in grande stile della «flexsecurity» per scardinare l’«apartheid» dei non-garantiti. Proseguirà  così la polemica contro il «corporativismo» dei «sindacati» (si legga la Cgil) che protegge i «tutelati» e discrimina i precari. La bozza contempla anche il taglio dell’Imu e la riduzione dell’Irpef e sarà  pubblicata stamani sul sito di «Scelta civica». Si prevede il sostegno all’occupazione femminile. Non mancherà  di fare discutere l’idea di ridurre le vacanze scolastiche ad un mese, senzas però parlare di aumenti salariali agli insegnanti e ai precari.


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